Il ‘Gigante’ di Hitler nei fondali della Maddalena, il doc di History channel

Un gigante dell’aria progettato dai Nazisti per l’invasione dell’Inghilterra: il Messerschmitt Me 323 Gigant, colosso con 55 metri d’ali e sei motori, faceva parte di una pesante batteria aerea voluta da Adolf Hitler per trasportare mezzi e uomini in terra nemica. Fu abbattuto nel 1943 e mai più ritrovato. Fino a tre anni fa, quando due sub ne scorsero i resti adagiati sui fondali marini della Maddalena.

La storia del ‘Gigante’ di Hitler e del suo ritrovamento sarà raccontata da un documentario di History Channel che andrà in onda lunedì 31 agosto alle 22: a riportare la notizia è il settimanale Espresso nel numero oggi in edicola con un articolo firmato da Gianluca Di Feo.

“Il Messerschmitt Me 323 Gigant doveva servire per l’invasione dell’Inghilterra, trasferendo dal cielo panzer, cannoni e intere compagnie della Whermacht – scrive Di Feo – Ma quando l’hanno messo a punto, il piano di sbarco era già stato archiviato. I circa duecento Gigant sono stati usati sul fronte russo, per rifornire le armate intrappolate dalle avanzate russe. E dall’autunno del 1942 hanno preso posizione nel Mediterraneo, impiegati come traghetti volanti per rifornire la Tunisia. La loro base era a Grosseto, pesantemente bombardata dagli Alleati durante la Pasqua del 1943 proprio per cercare di fermare i decolli dei grandi Me 323. Il 26 luglio 1943, all’indomani dell’arresto di Benito Mussolini, i tedeschi hanno cominciato a prepararsi per l’occupazione dell’Italia, ancora formalmente alleata. Due Gigant sono partiti da Grosseto per atterrare a Olbia, dove hanno imbarcato 83 soldati feriti, da portare via dall’isola. Ma quando si sono levati in volo, all’orizzonte è spuntata una squadriglia di bimotori britannici Beaufighter”.

Il resto della storia è nota: entrambi gli aerei tedeschi furono abbattuti, uno si schiantò a Mongiardino, sulla Maddalena, l’altro cadde a largo, in direzione di Caprera. “È l’unico relitto di Gigant esistente al mondo – prosegue l’articolo de L’Espresso – una rarità assoluta. Le immagini dello scheletro d’acciaio sommerso sono impressionanti, con il racconto dei subacquei che lo hanno individuato, Aldo Ferrucci e Cristina Freghieri: ‘Stavamo cercando un altro aeroplano, poi all’improvviso abbiamo visto dei pezzi di metallo. E si sono materializzati i motori del Me 323, praticamente intatti, con lo scheletro delle ali’. La stiva del cargo tedesco ha anche restituito resti e oggetti dei soldati tedeschi che si trovavano a bordo. E la troupe di History Channel è riuscita a rintracciare la figlia di uno di loro, Arthur Busch, che ora vive negli Usa. Non aveva mai avuto notizie sulla sorte del padre. L’uomo le aveva scritto l’ultima volta dalla Sardegna a inizio luglio 1943: ‘Piccola mia, la tua dolcissima lettera mi ha emozionato. Scrivimi di nuovo, presto! Abbi cura di te e vedrai che non ti succederà nulla di male'”.

 

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