Design, gli arazzi di Carolina Melis per Sella e Mosca col richiamo alla bisaccia sarda

Andrea Tramonte

Gli arazzi sono disposti sulle pareti dell’enoteca e in alcune stanze della cantina algherese di Sella e Mosca. Carolina Melis – designer e art director cagliaritana – ci ha lavorato su misura richiamando – e stilizzando profondamente – il gioco di righe presente nelle bisacce tradizionali sarde. I colori sono il giallo, il blu, il prugna: nessun riferimento alla storia del manufatto ma un intervento sulle palette degli spazi. I lavori non sono stati creati al telaio ma sono una specie di patchwork di tessuti di lino, ricamati dall’artigiana di Sinnai Marcella Cappai e retti da una struttura di metallo creata dai Fratelli Argiolas di Cagliari.

“La collaborazione – racconta la designer – è nata quando la famiglia Moretti mi ha contattato perché cercava artisti locali per il lavoro di restyling degli spazi. Valentina Moretti ha uno studio di architettura e ha preso in mano le tenute per rinfrescare l’immagine e lo stile del luogo. Quella che un tempo era la casa della vecchia proprietà è diventato uno spazio di ospitalità, un luogo dove degustare vini, dormire e mangiare (a breve aprirà un ristorante). Non cercavano un interior designer o un architetto ma qualcuno che facesse un intervento artistico sugli spazi”.

L’intervento di Carolina Melis è stato pensato anche in funzione di mantenere e consolidare il legame con l’Isola, con un lavoro che fosse “nuovo” ma richiamasse anche elementi che fanno parte della tradizione artigianale sarda. Il riferimento alla bisaccia si muove in questo senso. “Anche se per accorgertene devi saperlo – dice -. Il riferimento alla tradizione significa richiamare qualche elemento ma con la possibilità di stravolgerne radicalmente degli altri”. Gli arazzi – che arrivano anche a 2 metri per uno di dimensione – sono pensati appositamente per lo spazio comune dell’enoteca e per le camere private. “Un progetto che mi è piaciuto molto, tra arte, site specific e interior design”, racconta Melis.

La struttura di metallo “è una specie di scheletro – spiega la designer -, con le fettucce infilate per rimanere sospese, quasi come se fosse un telaio. I tessuti sono cuciti a mano da Cappai – bravissima – che ha ‘messo insieme’ i vari pezzi che vanno a comporre gli arazzi”. Carolina Melis è una delle principali rappresentanti di quello che potremmo chiamare il ‘nuovo design sardo’, un approccio progettuale che conserva elementi della tradizione artigianale ma innovandoli profondamente. I suoi lavori con il tappeto hanno lanciato un percorso che poi numerosi altri designer sardi – o che operano nell’Isola – hanno portato avanti, con una vitalità e un fermento che potrebbe portare quasi a parlare di una “scena culturale”. L’ultimo lavoro di Melis non è legato al tessile ma alla ceramica. Ha disegnato delle piastrelle – prodotte da Ceramiche Mediterranee – per lo stazzo resort di Gallicantu, a Luogosanto, con la firma dell’architetto Jacques Lesuisse. “Molte stanze hanno piastrelle che ho disegnato io. Una collezione richiama la sabbia, è mediterranea ma non in senso etnico: richiama il movimento nella spiaggia, qualcosa di soft, caldo organico; come la mano che disegna in modo casuale delle forme. Un’altra invece richiama un motivo tradizionale sardo – con le pavoncelle e i fiori – ma come se fosse usurato dal tempo, una specie di fossile di un motivo di un tessuto”.

Andrea Tramonte

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