A Sassari, “Un amico a Babele”: un viaggio nei mondi di Sergio Atzeni

Raccontare Sergio Atzeni attraverso Sergio Atzeni. “Un amico a Babele” – che andrà in scena stasera alle 19,30 al Teatro Ferroviario di Sassari all’interno della rassegna “Marosi di mutezza” a cura di Meridiano Zero – è infatti non solo un semplice spettacolo, ma un viaggio vertiginoso tra i mondi dello scrittore cagliaritano, cantore di una Sardegna che all’alba del terzo millennio è ancora luogo di partenze e di arrivi. Un po’ come lui, eterno viandante che si è sempre definito “sardo ed europeo”, sottolineando così la sua dimensione umana ed intellettuale sempre aperta all’esterno, ma allo stesso tempo radicata nella propria terra. Ad accompagnare il pubblico lungo le tappe dell’universo dell’autore di “Passavamo sulla terra leggeri” ci sarà la voce di Giacomo Casti che, con l’associazione Chourmo e il Marina Cafè Noir, ha ideato e prodotto il reading letterario, mentre le musiche di Arrogalla – Frantziscu Medda faranno da ritmo e richiamo speculare alla prosa funambolica di Atzeni, addolcita poi dalle note dei liuti di Gianluca Dessì (Elva Lutza e Cordas et Cannas). Sardinia Post ne ha parlato con Giacomo Casti e Arrogalla prima dello spettacolo sassarese.

“L’idea di “Un amico a Babele” – spiega Giacomo Casti – nasce dalla volontà di omaggiare Atzeni nel ventennale della sua scomparsa (avvenuta il 6 settembre del 1995, ndr), ma il confronto con la sua scrittura è storia decisamente più antica. Già nel 2005, con Antas Teatro, portammo in scena un progetto teatrale che partiva dal suo primo romanzo, “Apologo del giudice bandito”. Lo spettacolo attuale è strutturato come un attraversamento della produzione atzeniana, alternando passi molto conosciuti dei suoi romanzi a brani decisamente meno noti, compresi alcuni materiali poetici. Il tutto è arricchito, potenziato e messo a sistema dalle musiche di Arrogalla, e da quelle degli amici musicisti che di volta in volta coinvolgiamo nel progetto, come Francesca Corrias, Marjani Aresti, Gianluca Dessì o Luca Pischedda”.

Il debutto è avvenuto allo Spazio Antas di San Sperate, nel Cagliaritano, ma poi lo spettacolo ha viaggiato un po’ in tutta Italia: dal Salone del Libro di Torino, al Festival Marina Cafè Noir, sino al Festival InEdito 2015 di Milano. In questi giorni, prima della tappa sassarese, è approdato nuovamente a Cagliari, poi Guspini e Capoterra. “Tre luoghi importanti per la vita di Sergio Atzeni”, rimarca Casti che ricorda il suo primo incontro letterario con lo scrittore sia avvenuto tra i banchi della facoltà di Lettere a Cagliari: “Ho iniziato a leggere i suoi libri studiandoli all’Università, grazie a un professore accorto e preparato come Giuseppe Marci, nel 1996, appena dopo la sua scomparsa e credo che, ancora oggi, il libro che più apprezzo tra i suoi sia il primo, “Apologo del giudice bandito”. Ma penso che solo leggendoli tutti, compresa quella scheggia meravigliosa che è “Bellas Mariposas”, si abbia una percezione reale di cosa abbiamo perso con la sua morte”.

Arrogalla rimarca, invece, come l’opera di Atzeni sia “sempre stata una sorta di mappa letteraria e immaginaria per la mia creatività, un approccio molto simile a quella che è la mia ‘geografia’, sempre in bilico tra dimensione urbana e rurale, tra ‘non luoghi’ e territori dal forte significato storico”. Per il musicista e compositore electro-dub di Quartu Sant’Elena, “Un amico a Babele” segna inoltre un ulteriore elemento di esplorazione nel mondo dello scrittore grazie al progetto “Is”, di cui è uscito il primo bravo, “Eloi”.

“Sì, sto effettivamente lavorando al disco “Is” per l’etichetta S’ardmusic (altro riferimento atzeniano), che celebra l’attività decennale dell’etichetta diretta da Michele Palmas. – spiega Arrogalla – È un disco di remix che si muove principalmente tra Elena Ledda a Mauro Palmas, passando per Andrea Parodi, su Cuncordu di Santu Lussurgiu, Roundella, Elva Lutza, Mario Brai, e tanti altri progetti jazz e world music di eccellenza che hanno caratterizzato la produzione di S’ardmusic. “Eloi” è stato il primo capitolo, con un videoclip meraviglioso prodotto da EjaTV e Altrove e girato dagli amici Tore Cubeddu e Paolo Carboni nel Museo Nivola di Orani che ha deciso di aprirsi anche alle altre forme di arte contemporanea. Tutta questa esperienza, unita al mio approccio legato allo studio e alla ricerca dei paesaggi sonori (ho cercato di rappresentare tutti i luoghi che potessero legarsi ai suoi romanzi), è in un certo senso, dentro al reading “Un Amico a Babele”.

Francesco Bellu

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