Nasce a Mores il ‘Green pascoli’, formaggio da filiera virtuosa e sostenibile

Il nuovo formaggio nasce a Mores ed è prodotto dalla Cooperativa allevatori del paese. Un progetto da filiera virtuosa e sostenibile, completamente certificata. Si tratta del Green pascoli ed è stato sviluppato grazie a un progetto a più mani chiamato Procasu. I risultati sono stati presentati il 15 dicembre durante un convegno organizzato dal Cnr Ispaam di Sassari nell’area di ricerca del Consiglio nazionale delle ricerche.

 “Procasu – produzioni casearie sostenibili e di qualità” è un progetto finanziato alla società cooperativa Allevatori di Mores con risorse del Psr Sardegna 2014-2022. L’iniziativa è stata presentato alla presenza dei tecnici del Cnr, di Piero Maieli, presidente della V commissione attività produttive della Regione, di Battista Cualbu, presidente della Coldiretti Sardegna, di Paolo Ninniri, presidente della Copagri, di Francesco Uras, vicedirettore della Cia di Sassari e del presidente del Consorzio di Bonifica Nord Sardegna, Toni Stangoni.

 “Il “Made in Italy” e in particolare il “Made in Sardinia” – sostiene Gianni Re, che del progetto Procasu è il responsabile scientifico – significa qualità, unicità, originalità, genuinità dei nostri prodotti agroalimentari e nello specifico per pecorino sardo, Identità che da noi in Sardegna da sempre è espressa col Pastoralismo in tutte le sue forme. La comunità erbacea naturale è una componente essenziale dei sistemi agroforestali – continua -, non solo riguardo la ricchezza in biodiversità e numero di specie vegetali ma anche perché rappresenta una fondamentale risorsa di cibo e quindi di energia per gli allevamenti di bestiame”. 

“Inoltre, l’elevata biodiversità dei pascoli mediterranei influisce notevolmente sulle caratteristiche del foraggio che, variando in funzione delle specie botaniche presenti, possono influenzare le caratteristiche chimiche e nutraceutiche del latte e di conseguenza del formaggio da esso ottenuto”, prosegue Re. I benefici di un pascolo migliorato con leguminose azoto fissatrici, che permettono di evitare concimazioni chimiche vengono poi tradotti in latte e successivamente con la sua lavorazione permettono la produzione di un formaggio dalle caratteristiche uniche. A parlarne alla platea la biologa Giannella Piluzza del Cnr Ispaam: “L’attività di ricerca ha consentito la caratterizzazione dei pascoli migliorati delle 16 aziende oggetto di studio, molecole con potenziali effetti benefici per la salute animale e sulla qualità dei prodotti derivati (latte, formaggi, carne)”.

Aspetti che Simonetta Caira del Cnr Ispaam di Napoli ha spiegato sfruttando l’applicazione di tecniche analitiche avanzate che assicurano l’identikit del prodotto “Green pascoli”. Allo stesso modo è importante sottolineare che “una corretta gestione delle risorse idriche in agricoltura in relazione i cambiamenti climatici eviterebbe  un inutile spreco di risorsa idrica, e danni sia alle colture, sia ai suoli. Le moderne tecniche irrigue sono lungi dall’essere conosciute e correttamente applicate – sostiene Stangoni -. Favorire lo sviluppo di una cultura dell’acqua, educare le popolazioni a fronteggiare un contesto ambientale a rischio desertificazione, modernizzare reti e sistemi di monitoraggio degli inquinamenti sono i fattori indispensabili al fine di non sprecare risorse essenziali e per sostenere un agroalimentare di pregevolezza. Si sta lavorando in tal senso grazie alla Ras e al Pnrr grazie a un progettualità che permetterà di investire parecchie risorse”. Infine per il ricercatore del Cnr Ispaam, Leonardo Sulas, “Gli scenari di cambiamento climatico che prevedono modelli di precipitazione alternati ad eventi estremi, potrebbero potenzialmente compromettere la capacità di rigenerazione dei sistemi foraggeri mediterranei asciutti. Per questo all’interno di questi sistemi, la sulla è un esempio di leguminosa prativa tollerante alla siccità estiva che si è dimostrata reattiva al riavvio vegetativo programmato mediante inumidimento del terreno”.

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