Cagliari, sostenibilità e tradizione in cucina: passato e futuro del ristorante Calamosca

E’ uno dei luoghi più belli di Cagliari, il simbolo della città quello che, secondo la leggenda, incantò Lucifero che desiderava averlo tutto per sé e spinse Dio a difenderlo mandando l’arcangelo Michelangelo. Dalla battaglia Lucifero ne uscì battuto e disarcionato cadde insieme alla sua sella che finita in mare divenne pietra, creando il promontorio che oggi tuti conoscono: la Sella del Diavolo. E’ in questo luogo pieno di suggestioni, storia, profumi e colori, meta della Cagliari di un tempo e perfino dell’Aga Khan, affascinato dallo scenario mozza fiato che dagli anni ’50 sorgono le attività dei fratelli Matteo, Alessandra e Massimiliano Porcu, proprietari e gestori del Ristorante, de Le Terrazze e del Beach Bar di Calamosca.

Quei luoghi in cui hanno vissuto i fratelli, sono da sempre appartenuti alla famiglia Porcu. Tra i primi Nicola Porcu, definito dai figli come ‘capostipite dei sognatori’. “Siamo nel posto più bello del mondo…dobbiamo essere grati per questo dono” ripeteva ai figli imprimendo in loro l’amore per la terra in cui sono nati e che lui stesso definiva “il giardino degli dei”. E prima di lui era stato suo padre Vittorio che aveva avuto quei terreni per meriti di guerra.

“La fondazione di Calamosca si deve a lui – raccontano – che, negli anni ’50, ricevuto il terreno che affaccia sulla Baia di Calamosca, lo trasformò poco per volta, a partire da una terrazza a strapiombo sul mare. Con gli anni, la struttura crebbe sempre più, fino a ospitare un ristorante, un albergo e un Sunset Bar, in un complesso che, guardato dal mare, ha la forma di una nave in partenza a ricordo del passato marinaro di Vittorio. Al suo fianco la moglie, Maria Leonarda”.

Si deve proprio a Vittorio Porcu la creazione del Ristorante Calamosca. La struttura circa due anni fa è stata ristrutturata per iniziativa di Matteo Porcu, che ha dato il via al nuovo corso di Calamosca. Nel 2019 ha fondato la società Hic Nu Ra per intraprendere un percorso di rinnovo della proprietà di famiglia. L’inizio dei lavori è sancito dalla ristrutturazione del Ristorante nel 2020. Il 2021, invece, è la volta de Le Terrazze.

Segno del rinnovamento anche l’arrivo dello chef Michele Ferrara. Nato in Sardegna ha fatto esperienza a Parigi e poi in Costa Smeralda e Roma, per poi tornare in Sardegna, riportando nei suoi piatti idee ed esperienze. Mare e terra si uniscono nelle creazioni dello chef, pochi elementi scelti per regalare al palato sapori precisi e inconfondibili che partono dalla tradizione e guardano verso gusti orientali e moderni.

“Sua è l’idea di riportare in tavola alcuni piatti tipici in ogni casa dell’isola che spesso non trovano spazio nei menù dei ristoranti – spiegano -: tra questi il Polpo per Silvana, piatto dedicato alla madre dei fratelli Porcu, che presenta il mollusco fritto e servito con la tipica salsa “scabecciu” in agrodolce con pomodoro, olive e cipolla di Tropea. Nella sua cucina, non manca una trafilatrice con cui le paste sono tutte realizzate a mano in maniera artigianale e a ogni cambio menu si propongono nuovi formati: tra i primi signature della carta del Ristorante non manca mai La Calamosca 1952, che nella sua veste invernale si presenta con pacchero artigianale all’uovo trafilato in bronzo con gamberi, calamari, polpo, cozze Nieddittas, bottarga di Cabras e polvere di prezzemolo. E poi i Casu e Sirboni, i tipici malloreddus fatti in casa con ragù di cinghiale e crema di pecorino sardo”.

Le materie prime di stagione caratterizzano di volta in volta la carta che viene cambiata dalle 3 alle 4 volte l’anno: “In inverno, ad esempio, immancabile in tutta la sua sacralità l’agnellone, che in menù è chiamato L’Abbacchio“, spiegano. E sempre tra i secondi spiccano i piatti della tradizione sarda “grazie a un piatto in cui la carne rigorosamente locale – sottolineano – deriva da agnelloni poco più grandi del solito, macellati a circa 5 mesi; questa viene cotta in terrina, dopo un lungo passaggio in forno a 110°C per sei ore, e si sfilaccia grossolanamente per ricompattarla in teglia in piccoli lingotti, ripassati in padella e serviti al piatto con carciofo di Gerusalemme e patate novelle arrostite, funghi, salsa al cannonau fruttato, sale Maldon e olio”. Tra i secondi è forte la presenza del pesce, proposto nel Muggine e Basòlu, “a base di trancetto di muggine arrosto laccato con teriyaki al vermentino, crema di fagioli al finocchietto, fagioli azuki rossi soffiati, cavolo nero ripassato ed erbette”.

Accanto al rinnovamento del ristorante una meta frequentata non solo dai cagliaritani sono Le Terrazze di Calamosca un Sunset Bar, articolato su più livelli. “Si parte dalle colazioni fino ad arrivare ai light lunch e agli snack disponibili fino all’aperitivo, che si trascorre sorseggiando i cocktail”. Mentre per ogni momento della giornata, nei mesi caldi, c’è il Beach Bar che apre a partire dalla primavera.

Il rinnovamento di tutte le strutture è andato e va avanti guardando e proteggendo l’ambiente circostante. Nel 2022, infatti, i fratelli Porcu con il Ristorante e Le Terrazze, insieme all’Associazione Calamosca, presieduta da Silvana Lenzu (mamma dei fratelli, ex nazionale di basket, collante familiare e pilastro indispensabile), hanno dato il via al Comitato promotore del progetto Fondazione Calamosca, lanciando una serie di iniziative legate all’ambiente e alla sostenibilità per la salvaguardia e il decoro della Baia del Faro. “Il progetto – spiegano – è volto a tutelare un luogo di cui i fratelli Porcu si sentono custodi e che unisce tra loro le eccellenze di Cagliari e del suo territorio, tra cui anche Special Car Group e Be As One – Cagliari Calcio, sotto l’egida di Legambiente Sardegna. L’attenzione verso l’ambiente passa anche attraverso la cucina, attivamente impegnata nella battaglia contro lo spreco alimentare: Calamosca, infatti, sostiene Too Good To Go“.

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