Omicidio Dore, “sotto torchio presunto complice di Contu”. Per il killer ricompensa da 250mila euro

A Gavoi  un secondo presunto complice sarebbe sotto torchio da diverse ore. Si tratterebbe di un giovane che avrebbe aiutato Contu a uccidere Dina Dore. E, col passare del tempo, trapelano i primi particolari. Ci sarebbe un forte senso di colpa  alla base della confessione fatta dal presunto killer, l’operaio di 23 anni Pietro Paolo Contu arrestato oggi insieme al marito della vittima e indicato come mandante. Contu, soffocato dai sensi di colpa, avrebbe raccontato tutto ad un suo amico il quale a sua volta, si sarebbe liberato dal peso svelando il terribile retroscena a suo padre. L’uomo avrebbe subito contattato uno dei familiari di Dina Dore, il marito della sorella, che lo avrebbe quindi riferito alla polizia.

Rocca avrebbe promesso in cambio una casa in paese o 250 mila euro in contanti. A svelarlo lo stesso Contu. Agli atti anche una lettera anonima trovata dalla sorella della vittima sul parabrezza dell’auto di famiglia. Gli autori, tuttora ignoti, indicavano in Rocca e Contu i responsabili del delitto sottolineando che “molte persone sono a conoscenza dei fatti”. Nella stessa lettera si diceva che Rocca avrebbe trasportato il presunto killer dentro il cofano della sua auto sino al garage di casa alle 14.30 del 26 marzo. Contu sarebbe stato quindi lasciato all’interno dell’autorimessa: l’intento era quello di prelevare la donna e portarla in un casolare vicino al lago di Gusana, ma la reazione della vittima ha scombinato i piani e l’aggressione si è trasformata in un efferato delitto.

Dopo l’arresto di stamattina di Francesco Rocca, accusato dell’omicidio della moglie Dina Dore a seguito della svolta investigativa di novembre, spunta l’ipotesi del movente. L’uomo, trasferito nel carcere cagliaritano di Buoncammino, sarebbe stato esasperato da una situazione di coppia diventata per lui ingestibile. Voleva lasciare la moglie e rifarsi una vita. Per questo avrebbe assoldato due killer. Uno, all’epoca dei fatti minorenne, è stato arrestato: si tratta dell’operaio Pierpaolo Contu. L’altro non è ancora stato identificato.

A carico di Rocca c’è un quadro indiziario ma non probatorio: ci sono molti indizi che incastrerebbero Rocca ma le prove certe dovranno essere raccolte in questa fase di indagini preliminari attraverso l’interrogatorio dei due arrestati. Al centro degli accertamenti, compiuti negli ultimi mesi dai magistrati della Dda di Cagliari, c’è anche una donna che la Squadra Mobile del capoluogo sardo, guidato dal dirigente Leo Testa, avrebbe sentito ripetutamente nelle settimane precedenti gli arresti. Sarebbe stata ascoltata in qualità di persona informata dei fatti ed avrebbe consentito agli investigatori di aprire uno squarcio sulla vita familiare e sulla complicata relazione fra marito e moglie.

 

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