Il 25 giugno l’Unità operativa di Tossicologia dell’azienda ospedaliera universitaria di Pisa effettuerà le analisi irripetibili su alcune larve prelevate dal corpo di Speranza Ponti, la 50enne di Uri sparita in dicembre e il cui corpo è stato ritrovato il 31 gennaio tra le sterpaglie di Monte Carru, ad Alghero. Gli esami sono stati disposti dalla pm di Sassari Beatrice Giovannetti, che ne ha dato notizia ai parenti della donna, costituitisi parte civile con l’avvocato Stefano Carboni, e all’avvocato Daniele Solinas, che difende l’ex fidanzato della vittima, Massimiliano Farci, 53 anni, di Assemini, accusato di omicidio doloso, occultamento di cadavere, furto e uso improprio di bancomat.
Finita la pausa imposta dal lockdown, riprende dunque l’attività investigativa che per tutto febbraio è stata caratterizzata da accertamenti medico-legali e ispezioni del Ris di Cagliari nella pizzeria Sergio’s di via XX Settembre, che Farci gestiva insieme alla compagna, ma anche nella casa dei genitori di lui e nell’appartamento di via Vittorio Emanuele che il 53enne condivideva con la vittima nelle ore in cui gli era consentito lasciare il carcere per l’applicazione del regime di semi-libertà. L’uomo infatti era stato condannato all’ergastolo per il cosiddetto omicidio della Lotus rossa.
Dopo numerosi depistaggi, il 30 gennaio Farci ha ammesso ai carabinieri di Alghero e alla pm la morte di Speranza, ma ha detto di averla trovata priva di vita in casa e di averla portata in un luogo a lei caro, dove poi ha condotto anche gli investigatori. La versione, confermata dall’indagato anche al gip Antonello Spanu, non ha però trovato riscontro. Periziati anche i telefonini e i profili social di vittima e presunto omicida. Lo stadio di decomposizione del corpo della donna ha complicato le analisi del medico legale Salvatore Lorenzoni e ha richiesto il test del Dna per appurarne l’identità. La famiglia di Speranza Ponti attende ancora di poterla seppellire degnamente.