Tumori, donne denunciano: “Attese interminabili al Businco”

Attese per gli esami istologici anche di 40-50 giorni. Oppure dai 30 ai 60 per un intervento per un tumore al seno. In una lotta alla malattia in cui il tempo è importante, è proprio lo scorrere delle settimane e dei mesi la preoccupazione numero uno delle pazienti oncologiche. Questi dati sono stati portati all’attenzione dell’assessore regionale della Sanità Luigi Arru nel corso di un incontro promosso dalle associazioni Socialismo, diritti e riforme (Sdr), Adicomsum, Fidapa, progetto Mai più sole e Fomdazione Taccia. Presenti, insieme ad Arru, anche diversi medici dell’ospedale oncologico Businco e la direttrice dell’azienda Brotzu Graziella Pintus.

“A volte le pazienti per la chemioterapia entrano alle 7 del mattino ed escono alle 7 di sera – spiega all’ANSA Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione Sdr – La situazione è sempre peggiore anche sotto il profilo della disumanizzazione: a parte il numeretto per l’attesa come dal salumiere, anche per un caffè ci si trova davanti a una macchinetta, non un operatore col quale scambiare quattro chiacchiere”. Gli esiti dell’incontro? “Bene l’ascolto ma nessuna risposta – sottolinea Caligaris – Noi abbiamo già inoltrato una segnalazione alla Procura della Repubblica per capire se si stanno rispettando tempi e procedure. E ci riserviamo di chiedere un incontro alla Prefetto”.

Segnalata anche l’emergenza che si è creata dopo la chiusura di oncologia a Decimomannu. “I pazienti si stanno rivolgendo ad altre strutture. Ma il Businco, ad esempio, è già al limite”, precisa la presidente di Sdr. “Abbiamo fatto presente la necessità di poter disporre dell’esito dell’esame istologico già durante l’operazione, come accade in altre strutture – chiarisce Valentina Ligas, portavoce di Mai più sole – Questo per evitare che le pazienti si debbano sottoporre a più interventi e per risparmiare tempo. Non stiamo parlando di problematiche, ma di urgenze”. Alcune istanze delle associazioni sono già state consegnate alla commissione Sanità. E la lotta si muove anche sul web: raccolte 21mila firme con una petizione online.

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