Dopo i pescatori delle marinerie dell’Oristanese, che avevano bloccato le esercitazioni a Capo Frasca per tre settimane, ora è la volta del movimento sardo contro la guerra e l’occupazione militare. Mercoledì 23 novembre i militanti di ‘A Foras’, la rete ‘No basi né qui né altrove’ e i comitati studenteschi tenteranno di fermare temporaneamente le attività militari con una manifestazione-corteo che dal ponte di Marceddì arriverà sino ai cancelli della base per spostarsi – se il percorso verrà autorizzato – a Punta S’Aschivoni.
A Marceddì’, alle 10, si raduneranno i manifestanti provenienti da tutta l’Isola con bus da Cagliari, Oristano, Sassari, Olbia, Villacidro e dal Sulcis, grazie alle prenotazioni on line sulla pagina Facebook di ‘A Foras’. L’iniziativa di protesta, presentata a Cagliari, sarà preceduta da diverse assemblee programmate in vari centri della Sardegna a partire dal sabato 12 per arrivare all’assemblea organizzativa di Cagliari il 18 novembre.
“Riaffermiamo la battaglia contro tutte le guerre e la chiusura dei poligoni militari in Sardegna che devono essere
riconsegnati alle comunità locali – spiega una delle portavoci, Chiara Ledda – ritorniamo ora a Capo Frasca perché proprio a novembre 6/o stormo dell’Aeronautica militare si addestrerà con le bombe Mk prodotte nella fabbrica tedesca Rwm di Domusbovas, le stesse vendute all’Arabia Saudita e sganciate nello Yemen”. Corinna Raimondi, studentessa media, annuncia per il 23 novembre anche uno sciopero nelle scuole per permettere ai ragazzi di partecipare alla protesta a Capo Frasca.
(foto da manifestosardo.org)