Sardegna (Mondo): 2.250.000 abitanti. L’Agenda emigrazione, un nuovo servizio ai lettori di Sardinia Post

 

Da oggi Sardinia Post ha una nuova rubrica. Si chiama Agenda emigrazioneed è un diario dell’attività dei circoli dei sardi in Italia (la realizziamo anche attingendo dal sito della Fasi, la Federazione delle associazioni dei sardi in Italia) e nel mondo.

E’ un “diario aperto”. Vi chiediamo di contribuire a renderlo sempre più ricco e completo inviando le vostre segnalazioni alla mail agenda.emigrazione@sardiniapost.it.

Com’è noto si calcola, con una certa approssimazione, che 600mila di noi siano emigrati. Questo significa che la Sardegna è una regione di circa due milioni 250mila abitanti dei quali più di uno su quattro vive altrove.

Internet offre la possibilità di ritrovarci come in passato era semplicemente impensabile. Forse non è un caso che sia stato un sardo, Michelangelo Pira, a prefigurare Internet in un racconto (Il villaggio elettronico, AM&D editore) scritto nel 1970, cioè trent’anni prima dell’avvento su larga scala della Rete.

Fuori dalla Sardegna vivono famiglie che, dopo generazioni, non hanno perso la memoria delle loro origini. Cioè sardi che a volte mai sono stati in Sardegna, che hanno come madre lingua l’inglese, il francese, il tedesco e lo spagnolo, e che continuano a sentire un legame con la terra dei loro nonni. Vivono poi, a migliaia, giovani che sono nati in Sardegna e che sono partiti all’estero per cercare lavoro. Spesso trovando in tempi brevissimi riconoscimenti che nell’Isola mai avrebbero avuto.

Abbiamo già , e continueremo a raccontare, molte di queste storie nella rubrica Sardi nel mondo. L’Agenda emigrazione è un modo per raccontare le stesso storie quando sono “in movimento”. Raccontare, cioè, l’attività di quanti di noi sono fuori dalla Sardegna.

Crediamo che il tema dell’emigrazione debba essere liberato dalla retorica. La verità è semplice, quasi banale, e drammatica: c’è un gigantesco patrimonio di intelligenze che la Sardegna non è riuscita a trattenere. Nel passato perché, come tante altre regioni italiane, l’emigrazione era l’unica alternativa alla fame. Oggi perché il merito non viene valorizzato e il familismo e il clientelismo continuano a essere i criteri prevalenti di selezione.

Non nascondiamoci dietro il sentimentalismo. Molti di noi sono emigrati e provano pochissima nostalgia e molta rabbia. Non hanno alcun desiderio di tornare per ritrovarsi invischiati nei meccanismi dai quali sono fuggiti. Ma continuano a desiderare di dare il loro contributo al cambiamento. Facendo conoscere le loro storie, i modelli organizzativi, i sistemi di relazioni economiche dei Paesi dove vivono.

Si cresce nel confronto, non nella chiusura. E, paradossalmente, una delle più violente e odiose delle costrizioni – abbandonare la propria casa – può diventare lo strumento per liberarsi e per liberare la propria terra. Se cominceremo a considerarci una comunità cosmopolita compiremo una rivoluzione analoga a quella che si compì dopo la prima guerra mondiale quando, dopo essersi conosciuti in trincea, i sardi si riconobbero come popolo.

Questa non è retorica, ma la la semplice constatazione dell’esistenza di una potenzialità enorme. Il cui utilizzo non trova le porte aperte. Al contrario. Il rientro delle intelligenze è ostacolato e, quando avviene, incontra resistenze feroci, a volte violente. Sono percorsi spesso dolorosi, tempestati di delusioni. Perché le proclamazioni astratte di chi è rimasto, molto spesso non coincidono con le pratiche. Anche gli apparenti innovatori spesso sono invischiati in un sistema di potere e di relazioni su cui fondano la loro sopravvivenza economica e politica.

Non ci sono ricette generali, ci sono al momento solo percorsi individuali che possono incontrarsi perché l’amore per l’intelligenza, per la creatività e per il talento non hanno patria. Ritrovarli nella nostra sarà, se verrà, il punto d’arrivo di un percorso molto lungo. Intanto teniamoci in contatto, comunichiamo l’un l’altro quel che stiamo facendo. E’ un buon inizio.

 

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share