Salute mentale, l’Asarp contro Salvini: “Sulla riforma Basaglia ha sbagliato”

“Dubito che Matteo Salvini sappia qualcosa di salute mentale, altrimenti non avrebbe mai potuto fare una affermazione simile”. Gisella Trincas, presidente dell’associazione sarda per la riforma psichiatrica Asarp, commenta così il tweet del vicepremier e leader della Lega Salvini a proposito della Legge 180 ‘Basaglia’, il provvedimento che quarant’anni fa ha portato alla chiusura dei manicomi e a una riforma totale del sistema sanitario italiano. Salvini aveva affidato twitter, il suo social network preferito, le sue opinioni sulla legge sabato scorso, giorno del raduno leghista a Pontida: “Una assurda riforma – ha scritto – che ha lasciato nella miseria migliaia di famiglie con parenti malati psichiatrici #Pontida18”.

Parole totalmente sbagliate, secondo Trincas e secondo gran parte delle associazioni e degli operatori che si occupano di salute mentale in Italia. A iniziare dalle parole: oggi non si parla più di ‘malattia’ ma di condizione di disturbo. In secondo luogo la riforma arrivata nel 1978 con la legge detta ‘Basaglia’ dal nome del suo principale promotore ha dato un indirizzo preciso: non considerare più le persone sofferenti come individui da rinchiudere ma da accompagnare in un percorso di guarigione. “Quella sulla riforma psichiatrica è stata una legge di civiltà che ha restituito libertà, diritti e dignità a chi ha attraversato, attraversa e attraverserà un’esperienza di salute mentale – ha sottolineato ancora la presidente dell’Asarp. – È una legge unica al mondo da difendere sempre, fermo restando che dobbiamo migliorare i servizi e adeguarli ai cambiamenti”.

Le parole di Salvini non sarebbero solo propaganda: “Poche settimane fa, nell’aula Nassirya della Camera, un gruppo di senatori leghisti ha incontrato l’associazione ‘Vittime della 180’ e insieme hanno discusso degli ‘orrori’ causati dalla riforma. In quell’occasione i leghisti si sono impegnati a presentare una proposta di legge per cancellare la riforma. Non abbiamo paura, non è certo la prima volta che si tenta di cancellare la Legge Basaglia, la comunità scientifica e le associazioni come Asarp e Unasam hanno già sconfitto tentativi simili. Non riapriranno certo i manicomi, ma non dobbiamo escludere che si pensi ancora a forme di controllo sociale delle persone sofferenti. E comunque dire che la legge 180 ha fatto vittime è gravissimo”.

Le posizioni di Salvini sulla riforma psichiatrica non preoccupano quanto l’attuale situazione della sanità sarda: “Nell’Isola si spende appena il 2,6% del budget della sanità in salute mentale, la metà di quanto previsto per legge – ha sottolineato ancora Trincas. – C’è poi una grave carenza di personale e la riforma dell’Ats, che ha unificato le aziende sanitarie locali, ha ridotto i Dipartimenti di salute mentale sardi da 8 a 3. I centri di salute mentale, inoltre, non sono aperti 24 ore tutti i giorni come dovrebbero. Infine la Legge regionale 20, che garantisce sussidi a favore delle persone con sofferenza mentale, viene gestita in base al reddito, senza tenere conto della situazione delle persone”.

Su questi punti l’Asarp aveva chiesto un confronto con Luigi Arru, assessore regionale alla sanità, e Fulvio Moirano, direttore generale dell’Ats Sardegna: durante l’incontro avvenuto lo scorso 27 giugno l’assessore Arru si è impegnato a convocare entro fine luglio la Commissione Regionale Salute Mentale che non si riunisce da tre anni, a effettuare un censimento sul personale operativo, a rivalutare la Legge regionale 20.

Francesca Mulas

 

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