“Sono innocente, totalmente estraneo ai fatti contestati. E’ stata una normale compravendita dove io non ero un socio occulto, ma un socio investitore. Ho acquistato quel terreno con un prestito, ho dato una delega fiduciaria a Paolo Cau e Ugo Cappellacci e sono sempre stato informato di fatti leciti. Non ho nemmeno mai conosciuto nessuno degli acquirenti campani. La mia partecipazione si è limitata ad un acquisto e a una vendita”.
Sono questi, in estrema sintesi, i concetti-chiave espressi dall’europarlamentare di Forza Italia, Salvatore Cicu, nelle sue dichiarazioni spontanee, rilasciate al Gup del Tribunale di Cagliari, Cristina Ornano, che dovrà decidere sul suo rinvio a giudizio e di altri 16 indagati nell’inchiesta sul riciclaggio in Sardegna dei soldi dei clan casalesi. Sotto indagine assieme a lui ci sono, tra gli altri, l’ex sindaco di Sestu (Cagliari), Luciano Taccori, e l’ex consigliere comunale dello stesso Comune Paolo Cau, entrambi di Fi. Davanti al giudice, l’europarlamentare ha parlato per alcuni minuti, ribadendo con forza la sua innocenza. “Ho dichiarato la mia totale estraneità – ha riferito Cicu ai giornalisti al termine dell’udienza – in oltre venti anni di attività politica non sono mai stato coinvolto in nulla e anche in questo vicenda avevo assicurazioni che era tutto corretto, registrato e perfettamente lecito”.
Anche Paolo Cau ha rilasciato dichiarazioni spontanee: in un’ora e mezzo ha ricostruito l’intera vicenda confermando la regolarità delle procedure seguite per la vendita di un terreno a Villasimius da parte della società Turicost – di cui Cicu, secondo l’accusa, sarebbe stato socio occulto – ad una cordata di imprenditori campani che ha poi realizzato il villaggio turistico S’Incantu. L’inchiesta, oltre ai tre esponenti sardi di Forza Italia, vede coinvolte altre 14 persone residenti in Campania. La prossima udienza è stata fissata per il 27 luglio prossimo: parleranno i difensori di Cicu.
