Prezzo latte, resiste tregua proteste. Pastori in assemblea a Macomer

Nessuna protesta questa mattina in Sardegna per il crollo del prezzo del latte. La tregua di tre giorni concordata tra il ministro Centinaio e gli allevatori sardi all’indomani del tavolo convocato a Cagliari, oggi resiste. Ma ieri qualcuno l’ha violata: nell’oristanese è stata assaltata un’autocisterna e migliaia di litri di latte raccolti e destinati a un caseificio in provincia di Nuoro sono stati gettati in strada.

Pastori comunque esasperati: sempre ieri un allevatore del cagliaritano è salito su un traliccio minacciando di gettarsi nel vuoto: “Basta promesse, siamo esasperati”, ha detto quando, dopo due ore di trattative con le forze dell’ordine, è stato convinto a scendere. Smobilitato, nel frattempo, il presidio a Thiesi, in provincia di Sassari, davanti ad uno dei più grandi caseifici della Sardegna.

Sono giorni di consultazioni tra i pastori per valutare la pre-intesa proposta a Cagliari: portare il prezzo del latte ovino subito a 72 centesimi al litro per arrivare nel giro di due mesi a un euro. Un’assemblea è stata indetta questa mattina a Macomer, nel centro Sardegna, ai cancelli di un’altra azienda casearia. Al momento gli allevatori non sembrano orientati ad approvare l’accordo così come formulato al tavolo di filiera: 72 centesimi, dicono, sono pochi (la protesta è scattata per il prezzo crollato sotto i 60 cents) e non ci sono garanzie di ottenere in due mesi quell’euro al litro chiesto dai pastori.

Mancano ancora interventi strutturali, denuncia il mondo delle campagne, e anche i 50 milioni messi a correre dal Governo e dalla Regione per abbattere le eccedenze di pecorino romano, vengono visti come una misura tampone, che non assicura la stabilità del prezzo nel tempo. Matteo Salvini, in campo sin dall’inizio della vertenza, e in questi giorni di nuovo in Sardegna per impegni elettorali, annuncia che anche oggi incontrerà un gruppo di allevatori. “Stiamo lavorando giorno e notte, le posizioni di pastori e industriali sono più vicine rispetto a qualche giorno fa – ribadisce il vicepremier – Continueremo a lavorare fino a trovare una soluzione”.

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