di Marcello Zasso
Quando il 7 aprile 2021 la Finanza in borghese ha fatto irruzione alle Nuove terme di Sardara, erano una quarantina le persone sorprese a partecipare a un pranzo tra rappresentanti delle istituzioni, mentre tutti i comuni cittadini erano costretti a restare chiusi in casa con la zona arancione per le rigide misure anti-Covid. L’eco da punto di vista mediatico è stata forte, così come le ripercussioni nei vari enti pubblici coinvolti tra scandali e dimissioni. Una quarantina i partecipanti, la metà quelli di cui si conoscono i nomi e, a un anno di distanza, sono sei le persone rimaste nella rete della Procura, gli indagati – come riporta l’Ansa – Antonio Casula, Umberto Oppus, Giovanni Corona, Marco Granari, Marco Piras e Davide Concas. Escono dall’inchiesta, invece, Giuliano Patteri e Gioirgio Sorrentino.
Queste le decisioni del pm Giangiacomo Pilia, alla chiusura dell’inchiesta, grazie anche all’esame dei telefonini e degli scambi di informazioni tra alcuni degli indagati che avrebbero cercato di concordare versioni simili da dare agli inquirenti. Nel frattempo sono ancora al vaglio le dichiarazioni dei testimoni e non si sa ancora se le altre persone presenti al pranzo possano definitivamente sentirsi al sicuro.
Un anno fa Giuliano Patteri era direttore generale di Forestas mentre Giorgio Sorrentino guidava l’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari, entrambi hanno perso quell’incarico ma adesso sono usciti dall’inchiesta perché è stata archiviata l’accusa di peculato. Situazione diversa, invece, per Antonio Casula. Il giorno del pranzo, 7 aprile 2021, era comandante regionale del Corpo forestale. Dopo l’apertura delle indagini, il presidente della Regione, Christian Solinas, il 21 luglio aveva revocato ad Antonio Casula l’incarico di direttore generale del Corpo forestale.
Ma la sua cacciata si è trasformata in un ridimensionamento, perché il 17 febbraio scorso lo stesso Solinas lo ha ripescato affidandogli la guida del Corpo forestale di Oristano. Un incarico cinquennale assegnato a Casula perché dal suo curriculum – si legge nel decreto di nomina – “emergono attitudini e capacità professionale, in relazione alla natura e alle caratteristiche della funzione da conferire e dei programmi da realizzare”. Ben diversa la visione della Procura che ha deciso di indagare su Casula perché a Sardara non avrebbe esercitato il suo ruolo da pubblico ufficiale, proprio nei giorni in cui il Corpo forestale era impegnato in tutta l’Isola a controllare il rispetto delle norme per il contenimento della pandemia.
Gli altri cinque indagati sono tutti collegati, perché dalle indagini sarebbe emersa una rete di comunicazioni per concordare le versioni da fornire agli inquirenti. Per questo motivo l’avviso della chiusura delle indagini viene comunicato al sindaco di Mandas Umberto Oppus, che ha dovuto lasciare l’incarico da direttore generale degli Enti locali, e Gianni Corona, uno dei titolari della struttura termale.
L’utilizzo dell’auto di servizio per partecipare al pranzo con vista sulla piscina vale l’accusa di peculato per i tre militari presenti: un pezzo da novanta dell’Esercito e i suoi due collaboratori. Tra gli indagati figurano, infatti, il colonnello Marco Granari, comandante del 151esimo Reggimento fanteria della Brigata Sassari, il tenente colonnello Marco Piras e il caporal maggiore Davide Concas. Dopo la chiusura delle indagini le persone coinvolte possono dare la propria versione dei fatti e cercare di convincere il pm, altrimenti il passaggio successivo è il rinvio a giudizio.