Due mesi di sospensione dal servizio, contro i dodici richiesti dal pm. È la decisione presa dal Gip del Tribunale di Sassari, Michele Contini per l’ispettore capo della polizia di Sassari, Pier Franco Tanca, indagato nell’ambito dell’inchiesta che due giorni fa ha fatto finire agli arresti domiciliari gli assistenti capo della Polizia di Stato Gianluca Serra e Marco Fenu, in servizio alla squadra volante della Questura di Sassari, accusati di corruzione e peculato. Pier Franco Tanca era accusato di aver reso false dichiarazioni al pm e falso in atto pubblico. In particolare, secondo l’accusa non avrebbe fornito le giuste informazioni sull’arresto di Roberto Lella, 22 anni sassarese. Nella sua abitazione furono sequestrati quasi tre chili di marijuana, 2.400 euro in contanti, gioielli, orologi e televisori. Dopo l’arresto Lella dichiarò che in casa c’erano anche altri cinquemila euro di cui non c’era traccia nei verbali firmati dall’assistente capo Serra e controfirmati dai colleghi e dallo stesso Tanca.
“È stata riconosciuta la collaborazione fornita dal mio assistito – ha dichiarato l’avvocato Paolo Spano che difende l’ispettore Tanca – il Gip ha emesso una misura interdittiva nei suoi confronti della durata di due mesi, mentre il pm aveva chiesto un anno. Il Gip ha anche evidenziato che sul fronte dell’accusa di falso ideologico gli elementi a carico di Tanca non siano univoci. Adesso valuteremo se fare ricorso in appello contro la sospensione”. Presenteranno sicuramente ricorso al Tribunale del Riesame per una modifica della misura restrittiva i legali degli altri due poliziotti. Ieri Serra e Fenu, difesi rispettivamente dagli avvocati Giuseppe Masala ed Ettore Licheri si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, mentre Tanca ha parlato per oltre due ore con il giudice, cercando di chiarire la sua posizione.
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