Omicidio Manuel, faccia a faccia col Pm per il sesto ragazzo del ‘branco’

È fissato alle 16 nel carcere oristanese di Masama l’interrogatorio di garanzia di Nicola Caboni, il 19enne di Ghilarzo arrestato ieri per l’omicidio di Manuel Careddu e finito sotto accusa per sopppressione di cadavere. Caboni è il sesto ragazzo della banda che l’111 settembre avrebbe ucciso il 18enne di Macomer per questioni legate alla droga, hanno ricostruito gli inquirenti. Il gruppo di coetanei avrebbe teso a Manuel una trappola con la scusa di dargli appuntamento per consegnargli la somma di denato dovuto. Invece, è scattato il piano omicida lungo le sponde del lago Omodeo, dove Manuel sarebbe stato ucciso per poi essere trasportato in macchina un un terreno vicino a un podere che è proprietà della famiglia di Christian Fodde, uno degli arrestati (qui tutti i nomi).

Caboni, difeso dagli avvocati Irene Gana e Marcello Sequi, è stato anche intercettato menrte era a bordo della Fiat Punto di Fodde (qui il contenuto della conversazione): i due, ovviamente, non sapevano della cimice sistemata nella vettura dai carabinieri. Ieri Caboni si è avvalso della facoltà di non rispondere durante il lungo interrogatorio in Procura, dopo che di mattina una gazzella dei carabinieri era andato a prenderlo nella casa di Ghilarza dove vive insieme ai genitori. Questo pomeriggio uno degli avvocati ha parlato in carcere col 19enne, presumibilmente per prerarare la strategia difensiva in vista dell’interrogatorio di garanzia di domani.

Al momento la Procura di Oristano non ha ancora rivelato i ruoli che ogni singolo ragazzino. ha avuto nell’omicidio. Ma tutto fa pensare che gli inquirenti abbiano ricostruito ormai ogni dettaglio sul brutale assassinio di Manuel, il cui cranio è stata devastato a colpi di piccone. Un particolare inquietante accertato nei giorni scorsi attraverso l’autopsia, dopo il ritrovamento del cadavere il 17 ottobre, quindi oltre un mese dopo l’omicidio.

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