Omicidio in Barbagia nel ’74, processo in appello per Graziano Mesina

Assolto in primo grado, Graziano Mesina tornerà a processo nella Corte d’appello di Sassari, con l’accusa di essere il mandante dell’omicidio di Santino Gungui, avvenuto la notte tra il 24 e il 25 dicembre del 1974 a Mamoiada (Nuoro). L’ex primula rossa del Supramonte dovrà comparire il 24 novembre per il giudizio di secondo grado, dopo la sentenza di assoluzione “per non aver commesso il fatto” emessa un anno fa dal Gup del tribunale di Nuoro Claudio Cozzella.

La notizia, anticipata oggi dal quotidiano La Nuova Sardegna, è stata confermata all’ANSA dall’avvocata Maria Luisa Vernier, che con la collega Beatrice Goddi difende Mesina. Il Pm Giorgio Bocciarelli, che aveva chiesto la condanna all’ergastolo per l’ex bandito di Orgosolo (Nuoro), aveva subito annunciato il ricorso in appello. “Daremo battaglia anche nel processo di secondo grado così come abbiamo fatto finora – ha detto all’ANSA l’avvocata Vernier -. Mesina è stato assolto dal giudice di Nuoro con formula ampia con una sentenza dettagliata e motivata ed è stato dimostrato ampiamente che non c’è prova del mandato omicidiario”.

Secondo l’accusa, invece, ci sarebbe una prova schiacciante nei confronti di Mesina per quell’omicidio avvenuto 43 anni fa. Si tratta di una intercettazione ambientale del marzo 2012, nell’ambito dell’inchiesta per associazione a delinquere, che aveva portato l’ex bandito di nuovo in carcere nel 2013. In quell’occasione, all’interno della sua Porsche Cayenne, Mesina avrebbe detto all’autista di aver commissionato dal carcere la morte di Santino Gungui perchè non gli aveva restituito una somma frutto di traffici illeciti. “Una conversazione male interpretata” per i difensori di Mesina, secondo i quali l’ex bandito “non si attribuiva il delitto, ma parlava di terze persone che avrebbero potuto volergli male”. “Il giudice di Nuoro del resto – ha sottolineato l’avvocata Vernier – non si era limitato a leggere le trascrizioni di quelle intercettazioni ma le aveva ascoltate in udienza. Per questo lo aveva assolto dalle accuse”.

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