Nel 2015 caduti nell’Isola 13mila fulmini, le 20 regole d’oro per evitare incidenti

Nei primi sette mesi del 2015 sono caduti in Sardegna 13.160 fulmini. È la quota isolana del numero complessivo, 408.831 casi, che hanno riguardato l’intero Paese. Fenomeno in aumento del 18,7 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: solo a luglio 2014 i fulmini erano stati 11.080. Il mese peggiore? Giugno. Sono i dati di Sirf, il Sistema Italiano Rilevamento Fulmini ideato e di proprietà di Cesi-Centro Elettrotecnico Sperimentale Italiano.

In Sardegna, negli ultimi 15 anni (2000-2014), sono caduti 350.295 fulmini su una superficie di 24.094 chilometri quadrati. Il mese maggiormente interessato da questo fenomeno è settembre, seguito da agosto e luglio. “Il Sirf rappresenta uno strumento di elevata tecnologia, tutta italiana, che permette di monitorare il nostro territorio e avere a disposizione ogni ora una mappa dei punti di impatto dei fulmini – spiega Domenico Andreis, direttore Divisione Engineering & Environment-Ismes del Cesi – Registrare con un certo anticipo lo scatenarsi di un temporale e individuarne l’intensità grazie al sistema di rilevamento ideato e ideato da Cesi consente di gestire eventuali danni ad apparati e costruzioni e soprattutto salvaguardare le persone da incidenti causati dai fulmini”.

“Collaboriamo attualmente con la maggior parte delle analoghe reti di rilevamento presenti in Europa – sottolinea il dirigente – quasi tutti i Paesi del nostro continente, infatti, sono dotati di una rete di sensori equivalenti a quelli di Sirf e i dati registrati sono facilmente integrabili. Questa rete rileva al meglio le cosiddette ‘bombe d’acqua’ su buona parte del territorio europeo e traccia un quadro complessivo della caduta dei fulmini”.

Ecco le 20 regole d’oro messe a punto dal Cesi per evitare incidenti in caso di temporali.

In casa: spegnere il televisore, staccare la spina e l’antenna; evitare di venire a contatto con rubinetti o tubi dell’acqua e di fare la doccia o il bagno; non utilizzare apparecchi elettrici (ad esempio phon, ferro da stiro), non eseguire riparazioni elettriche a contatto e/o direttamente sull’impianto, e utilizzare il telefono solo in caso di urgenza.

In automobile: chiudere finestrini e porte o portelli e non toccare parti metalliche o l’autoradio. Ricordiamo che l’automobile, in caso di temporale, può essere considerata un buon rifugio. È, infatti, una gabbia metallica che conduce a terra la corrente tramite le gomme bagnate. Inoltre la poca distanza dalla macchina a terra è sufficiente a innescare un arco elettrico ricreando una messa a terra sicura.

In montagna: prima di fare una gita informarsi sempre sulle condizioni meteorologiche; se si è sorpresi da un temporale già sul percorso, cercare di scendere di quota o di trovare un rifugio chiuso (non sotto alberi o punte) ed evitare assolutamente le parti “ferrate” del percorso; se si rimane all’aperto restare in un luogo lontano da punte o alberi e assumere una posizione accucciata. Da tenere presente che la montagna, essendo a elevate altitudini, è un luogo molto esposto ai fulmini.

Al mare: non rimanere in acqua durante un temporale; se possibile non rimanere in spiaggia ma ripararsi in un luogo chiuso, oppure rimanere seduti o accucciati. Nel caso che il fulmine colpisca la superficie dell’acqua, che è un buon conduttore, la corrente si disperde investendo eventuali bagnanti. La spiaggia, inoltre, è un luogo aperto e piano in cui anche un uomo in piedi può fungere da “punta”.

Al parco: allontanarsi dagli alberi il più possibile e trovare riparo in un luogo chiuso; se non si può trovare riparo, restare accucciati in un’area lontana da punte; se si è in bicicletta scendere di sella e allontanarsi dalla bici (se metallica).

In campeggio: restare in un luogo chiuso come la roulotte; uscire dalla tenda e trovare un rifugio chiuso ma, se si deve restare in tenda, accucciarsi e restare distanti dai pali metallici; evitare giochi con aquiloni o simili e di pescare con canna da pesca.

In barca: se si è in vicinanza di un porto andare all’ormeggio o navigare sottocosta; se siete in barca a vela l’albero è esposto ai fulmini quindi sistematevi lontano dallo stesso e lontano da elementi metallici; se è tecnicamente possibile si può buttare l’ancora facendola passare attorno all’albero e l’eventuale corrente si scaricherà attraverso l’ancora in mare; se il temporale non si allontana, riprendere la navigazione e cercare di portarsi velocemente in un’altra zona; in una barca a vela sarebbe necessario che tutte le strutture metalliche fossero ben connesse fra loro e con il bulbo, mediante cavi elettrici, in modo che il fulmine abbia sempre un percorso verso l’acqua. (Ansa)

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