Ristoranti, trattorie, pizzerie, bar, si va verso la chiusura a Cagliari. Di ora in ora la decisione di chiudere coinvolge a uno a uno i locali cittadini. Qualcuno ha deciso di abbassare le serrande da ieri, ancor prima di vedere il nuovo decreto del Governo che estende a tutta Italia la zona rossa per fermare il contagio da coronavirus. Da un quartiere all’altro insegne spente e cartello che indica la chiusura fino al 4 aprile con l’hashtag #iorestoacasa.
C’è chi resiste e decide di tenere aperto fino alle 18, secondo le restrizioni imposte dal governo. Ma la lista si estende a macchia d’olio. Chiuso Da Pomata, Saint-Remy, Antica Cagliari. E ancora: I sarti del gusto e Chiaroscuro. Serrata anche per i bar. Da domani non apre Antico Caffè, mentre Ofelleria Tramer già da questa sera chiude i battenti. E lo faranno anche diverse pizzerie e i vecchi bar dei quartieri storici.
“Non si può tergiversare. Nonostante la possibilità di tenere aperto fino alle 18 la volontà è pressoché unanime: tutto chiuso e il più presto possibile, fino a data da stabilirsi, e tutti a casa. Anche i più scettici dovranno ricredersi”, spiega Marino Cogoni del ristorante Saint-Remy. Fitto il passaparola che ha portato alle chiusure. “È partito tutto da un grande senso civico e di responsabilità verso i nostri dipendenti e le loro famiglie, i clienti e verso noi stessi – sottolinea Cogoni – ci siamo uniti per fronteggiare tutti assieme questa emergenza. Abbiamo il dovere di rispettare nel modo più rigoroso le norme, ma fare anche di più: stare a casa e uscire solo se strettamente necessario. Ci siamo sentiti con tanti colleghi di altri locali e sto interpretando con queste parole anche il loro pensiero”. Per le strade non c’è anima viva. “Tenere aperto è un costo. Ma in questo momento l’aspetto economico è secondario, la salute ha la priorità assoluta – chiarisce Luigi Pomata – La Sardegna ha pochi posti letti ospedalieri, evitiamo di diffondere il virus. Non è una scelta, è un obbligo morale verso tutti. Sperando che questa situazione passi al più presto lancio un appello alle istituzioni perché diano una mano alle imprese e ai lavoratori: senza aiuti molti non resisteranno”.
[Nella foto: un bar in piazza Yenne]