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Meridiana, addio alla Sardegna? Lo scontro tra i falchi e le colombe nella compagnia aerea dell’Aga Khan

La continuità territoriale è salva? Per ora c’è il bando, ma il futuro di Meridiana e gli equilibri del mercato aereo nell’Isola restano avvolti in una nebulosa. Il Tar ha deciso di non sospendere la validità del bando di gara predisposto dalla Regione: ma il motivo del ricorso presentato dalla compagnia aerea sarda ha svelato le carte in mano all’amministratore delegato Roberto Scaramella. Meridiana ritiene troppo bassa la cifra messa in campo dalla Regione nelle cosiddette compensazioni, quelle che dovrebbero ristorare gli utili, o quantomeno limitare eventuali perdite, davanti alle tariffe agevolate da e per la Sardegna. Meridiana non vuole partecipare a queste condizioni, vuole più soldi. Le leggende metropolitane dei legami con la Sardegna, del cuore oltre i bilanci, vanno gambe all’aria. I conti non tornano, la misura è colma e sulla continuità territoriale si gioca più una partita contabile che sentimentale.

I FALCHI ALL’INTERNO DELLA COMPAGNIA AEREA

Le voci intorno a due fazioni all’interno della compagnia sono sempre più insistenti. Una spingerebbe per aderire al bando in regime di continuità territoriale come segno di mantenimento del “core business” sui trasporti da e per l’Isola. Un’altra, molto agguerrita, propende invece per aderire al bando solo davanti a compensazioni economiche molto più congrue (dunque quasi irrinunciabili) in attesa di fusioni o vendite con/a players internazionali che liberino l’Aga Khan da una compagnia che fatica a rimettersi in carreggiata.

Con chi sta Scaramella? Col partito dei sardi o quello opposto? Quel che è certo è l’inasprirsi di un clima che aspetta una scintilla per incendiarsi, con il nuovo ad che, visti i precedenti, potrebbe presto finire sulla graticola. Intanto il bando della continuità territoriale aerea da e per l’Isola resta in piedi.

Uno dei principali motivi del ricorso presentato da Meridiana era la questione legata alle compensazioni, previste dalla Regione. Secondo la compagnia aerea circa 40 milioni di euro non sarebbero sufficienti per coprire i costi del servizio di collegamento delle rotte da e per Cagliari, Alghero e Olbia . Il termine per la presentazione delle offerte è fissato per il 27, 28 e 29 agosto. Dalla Regione non trapela alcun commento. L’atteggiamento di Meridiana, invece, sta facendo innervosire sia gli ambienti politici che sindacali. Il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, Matteo Sanna, chiede l’intervento del Governatore affinché la compagnia aerea faccia chiarezza anche sulla mancata disponibilità del voli dal 26 ottobre in poi. Mentre il vice coordinatore dello stesso partito e comandante Meridiana, Gigi Carbini, ribadisce che “errori del genere non sono tollerati da nessuno”. “Probabilmente – prosegue Carbini – all’ad Scaramella mancano dei passaggi fondamentali di questa azienda”.

AIR ITALY PARTECIPA AL BANDO AL POSTO DI MERIDIANA?

Fra i dipendenti, intanto, cresce il malumore anche per i continui travasi di attività da Meridiana ad Air Italy. Di fatto la compagnia, anche durante la stagione di più intenso lavoro, sta lasciando in cassa integrazione molti equipaggi sardi mentre i colleghi di Air Italy lavorano a pieno ritmo. Tanto che dalla base di Cagliari trapelano altri rumors secondo i quali l’azienda avrebbe intenzione di garantire la continuità territoriale con Air Italy. Questo significherebbe lasciare fermi gran parte degli equipaggi Meridiana, soprattutto delle basi sarde.

Una strategia decisamente negata dalla compagnia aerea, che tuttavia avrebbe dalla sua molti estimatori tra i dirigenti di Meridiana. La Regione accetterebbe un compromesso di questo genere? Gli aerei volerebbero con le livree Meridiana, giocando sul costo del lavoro (ancora una volta e al ribasso) e privilegiando i contratti Air Italy (Gentile lascito dell’ex ad) rispetto a quelli Meridiana. Un gioco delle tre carte che magari garantirebbe la partecipazione al bando della continuità territoriale, ma potrebbe distruggere il tessuto “sociale” della compagnia.

 LA RIFORMULAZIONE AL RIBASSO DEI CONTRATTI

 

Sulla base di queste premesse, la strategia complessiva dell’azienda prevederebbe la rimodulazione del contratto dei lavoratori di Meridiana verso il basso. Un taglio del costo del lavoro da lacrime e sangue i cui semplici annunci avevano già avvelenato i rapporti sindacali tra la compagnia e i lavoratori, con tre amministratori delegati (Rossi, Chieli e Gentile) chiamati in epoche diverse per portare sostanzialmente a casa quel risultato, ma che per motivi diversi e in stagioni molto differenti sul piano reddituale e patrimoniale della compagnia hanno sostanzialmente fallito.

Poi c’è il nodo della cassa integrazione. Sulla base dello stesso criterio il 50% dei piloti potrebbe restare a casa e di questi i 2/3 dovrebbero essere proprio quelli in organico in Meridiana, che potrebbero essere messi in mobilità. In questo senso il ruolo operativo dell’ex Air Italy potrebbe essere confermato dall’apertura in autunno di due basi dedicate a Olbia e Cagliari. Quelle per garantire proprio le rotte in continuità territoriale? I dubbi restano, ma gli indizi sono molti e pesanti.

Giandomenico Mele

 

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