Maltrattamenti nel centro Aias, gli inquirenti: “Pazienti trattati come in un lager”

I pazienti erano trattati come in un lager“: è quanto afferma il comandante del nucleo di polizia giudiziaria della Procura, il colonnello dei carabinieri Gavino Asquer parlando del centro Aias di Decimomannu, al centro di uno scandalo nazionale per le accuse formulate contro quattordici operatori: si parla di maltrattamenti, lesioni, percosse, omissioni di referto, omissioni atti ufficio.

Un caso emblematico è quello di un paziente finito in ospedale per percosse, ma ai familiari fu detto che era affetto da polmonite. Che fosse un lager lo si capisce leggendo l’ordinanza firmata dal Gip Giampaolo Casula. Il 24 marzo 2015 durante le operazioni di igiene personale dei pazienti una delle indagate cerca di far sedere su una sedia a rotelle un paziente disabile, ma scivola a terra e lei lo colpisce con un calcio e gli dice: “adesso rimani tutto il giorno lì e non me ne sbatte un c…”. Nella stessa giornata avrebbe umiliato e offeso i pazienti e in particolare una donna con parolacce. Nel centro Aias all’epoca dei fatti erano ospitati – nella casa di accoglienza per disabili psichici – 36 pazienti. Nessuno dei parenti era stato informato di quanto accadeva all’interno. Alcuni degli indagati, secondo quanto accertato dai militari, si erano già resi responsabili di episodi di violenza, ma anche in presenza di percosse non veniva segnalato niente ai familiari e quindi non venivano avviate indagini.

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