Ploaghe, la Fondazione San Giovanni Battista all’Asl. Salvi i 200 lavoratori

C’è grande entusiasmo tra i lavoratori della fondazione San Giovanni Battista di Ploaghe, nel Sassarese, dopo l’approvazione dell’emendamento che prevede il trasferimento dei beni e del personale alla Asl di Sassari. Il Consiglio regionale ha deciso di risolvere una volta per tutte gli annosi problemi di bilancio della struttura modificando la legge regionale n. 23 del 2005, che definisci i criteri tecnici per il riordino delle Ipab, gli istituti pubblici di assistenza e beneficenza. La modifica alla legge traccia una prospettiva differente per le Ipab che svolgono prevalentemente attività socio-sanitaria, come nel caso della Fondazione di Ploaghe, prevedendo che in caso di estinzione le funzioni e i beni siano trasferiti all’azienda sanitaria locale nel cui ambito territoriale hanno la sede legale. La modifica all’emendamento si è resa necessaria, sul piano tecnico, per fare in modo che ci sia una più corretta corrispondenza tra le funzioni svolte dalle Ipab e la Asl, ma soprattutto perché interviene “ad hoc” per salvare i 200 lavoratori della struttura, giunti al quarto mese senza stipendio. Ora i dipendenti possono guardare al loro futuro con più ottimismo: con l’estinzione dell’Ipab di Ploaghe, infatti, la Regione può accedere a finanziamenti statali che presto potrebbero consentire di recuperare le mensilità arretrate.

Il sindaco di Ploaghe, Carlo Sotgiu, definisce l’approvazione dell’emendamento come un risultato storico. “È un momento di svolta per la Fondazione e per la nostra comunità, grazie alla lotta dei lavoratori ma anche grazie al lavoro svolto dal commissario Bomboi e dall’assessore regionale alla Sanità, Arru. In particolare, come amministrazione comunale abbiamo un motivo in più per essere soddisfatti. La norma preve infatti che la funzioni legati all’assistenza sociale debbano passare al Comune, così come avevamo richiesto. Questo passaggio è molto importante – spiega il primo cittadino – perché in questo modo alcuni beni della Fondazione, come la casa protetta “L’ancora” e gli impianti sportivi non andranno alla Asl ma verranno incamerati tra i beni dell’amministrazioni comunale, in modo da garantire maggiore autonomia nel campo del sociale”.

I sindacati esultano e i segretari territoriali di Cgil, Cisl e Uil, Pierpaolo Spanedda, Antonio Monni, Dario Cuccuru sottolineano che “dopo 22 anni di dure battaglie finalmente l’Ipab di Ploaghe e i suoi lavoratori potranno avere un futuro. Naturalmente la prudenza è d’obbligo – spiegano i rappresentanti dei lavoratori -. Il cammino è ancora lungo, e nel frattempo bisogna accelerare i tempi affinché il Presidente della Giunta regionale proceda a decretare l’estinzione dell’ente, in modo tale da accedere ai finanziamenti statali che ciascun anno mettono a disposizione oltre 3 milioni di euro per le Ipab estinte. Con queste risorse si può far fronte al pagamento delle quattro retribuzioni arretrate, assicurando altresì i pagamenti verso i fornitori”.

Nel Consiglio regionale, però, non tutti sono d’accordo con questo ottimismo. Secondo i rappresentanti del Centro Democratico i lavoratori andranno incontro a un futuro tutt’altro che sereno: “Nell’emendamento approvato si parla espressamente di passaggio all’Azienda sanitaria di beni e funzioni dell’Ipab, non si fa invece alcun cenno al personale che opera nell’Istituto e per l’Istituto”, chiarisce Anna Maria Busia. La consigliera regionale del Centro Democratico spiega così i motivi del suo voto contrario all’emendamento che disegna il futuro della Fondazione San Giovanni Battista di Ploaghe.

Di sicuro tra i nodi che rimangono aperti c’è il destino dei lavoratori con contratti flessibili che operano nella struttura e in tutti i servizi collegati alla Fondazione. Il sindacato ha fatto sapere che ci sarà massima attenzione anche verso tutti coloro che in questi anni hanno prestato lavoro in maniera occasionale, ma di sicuro con il passaggio alla Asl si andrà incontro a risparmi ed economie di scala su questo fronte. Il bilancio della Fondazione d’ora in poi dovrò essere gestito direttamente dalla sanità pubblica, ed è realistico immaginare che i vertici della Asl di Sassari cercheranno di ridurre le spese per il personale, che costituiscono gran parte del “rosso” accumulato in questi anni.

Michele Spanu

@MicheleSpanu84 on Twitter

 

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