Massimiliano Farci (nella foto) non avrebbe agito da solo. Il pizzaiolo di Assemini, 53 anni, accusato del femminicidio di Speranza Ponti, 50 anni, di Uri, sua compagna da due anni, sarebbe stato aiutato da qualcuno almeno a trasportare e nascondere il corpo della vittima dal luogo dell’omicidio a quello del ritrovamento. È la convinzione degli inquirenti coordinati dal sostituto procuratore Beatrice Giovannetti.
Speranza Ponti è stata uccisa nella casa di Alghero che i due avevano affittato in via Vittorio Emanuele, stessa via del carcere in cui Farci rientrava la notte, in regime di semi-libertà per il cosiddetto delitto della Lotus rossa, commesso nel 1999. Oggi nell’istituto di Patologia forense dell’Università di Sassari il medico legale Salvatore Lorenzoni eseguirà l’autopsia. L’uomo, per il quale ieri il gip Antonello Spanu ha convalidato l’arresto e ha disposto la custodia in carcere, è accusato di omicidio doloso, occultamento di cadavere e furto e uso indebito del bancomat. Farci è difeso dall’avvocato Daniele Solinas.