La società Tiscali ha ad oggi affidamenti da parte del Banco di Sardegna per un importo di tre milioni di euro mentre la banca non ha mai partecipato al finanziamento di 135 mln di euro. Lo ha precisato la società Tiscali dopo le notizie di questi giorni su una inchiesta sui rapporti fra l’azienda ed il Banco di Sardegna portata avanti dalla procura di Cagliari e che per ora non ha né indagati né ipotesi di reato.
Fideiussione provvisioria. In particolare l’azienda, che fa capo all’ex governatore e attuale eurodeputato del Pd Renato Soru, “nel marzo 2014 ha chiesto e ottenuto una fideiussione provvisoria per la partecipazione a una gara pubblica indetta dalla Consip per offerta di servizi di telecomunicazioni alla pubblica amministrazione. La fideiussione provvisoria è stata richiesta e rilasciata per un importo pari a 2,160 mln di euro. A fronte della fideiussione Tiscali ha rilasciato idonee contro garanzie pienamente in linea con gli standard di mercato. Inoltre al momento del rilascio della fideiussione, nel marzo 2014, ed ancora alla data odierna, l’ammontare complessivo degli affidamenti in essere da parte del Banco di Sardegna al gruppo Tiscali è pari a tre mln, di cui 500.000 di affidamento per cassa e 2,5 mln di anticipo fatture dei clienti Tiscali per il quale il Banco svolge il servizio di incasso a mezzo Rid o carta di credito”.
Infine “il Banco di Sardegna – ha rimarcato Tiscali – non partecipa e non ha mai partecipato in alcun modo al finanziamento a medio termine di 135 mln di euro. Il finanziamento, recentemente rinnovato, era ed è dovuto per circa 55 mln a Intesa San Paolo e per circa 80 mln di euro ad un gruppo di fondi di investimento stranieri”. Nel corso dell’inchiesta è stato sentito in procura come teste (sia venerdì scorso sia ieri) anche il presidente della Regione, Francesco Pigliaru. Al centro dell’indagine avviata dal pm Andrea Massidda ci sarebbero i rapporti fra la banca, la Fondazione dell’istituto di credito e la società Tiscali.
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