Il Consiglio comunale di Olbia pronto a violare il Patto di Stabilità fino al 2016

Il Consiglio comunale di Olbia ha votato in maniera compatta un ordine del giorno nel quale impegna sindaco e presidente del Consiglio comunale a richiedere al governo nazionale di liberare il comune di Olbia dal vincolo del Patto di Stabilità fino al 2016 entro dieci giorni dal ricevimento dell’ordine del giorno in oggetto, anche al fine dell’immediato utilizzo delle disponibilità economiche: in caso d’inerzia il Consiglio comunale sarà convocato in via straordinaria a Roma, davanti a Palazzo Chigi, con una richiesta di incontro con il presidente della Repubblica. Iniziative prodromiche a una rivolta amministrativa che potrebbe anche portare allo sforamento del Patto di Stabilità senza un assenso da parte del governo centrale. I 20 milioni stanziati in prima istanza per tutta la Sardegna si sono dimostrati assolutamente insufficienti.

Nuove risorse per l’emergenza e spese per il personale: servono 500 milioni di euro

Richiesta la nomina del presidente della Regione come commissario del governo e i sindaci dei comuni interessati dall’alluvione come sub commissari, il Consiglio comunale di Olbia impegna a verificare l’effettivo inserimento delle misure economiche straordinarie a favore della Sardegna per un ammontare di 500 mila euro; a richiedere all’Unione Europea lo stanziamento di cospicui fondi per il rilancio economico ed infrastrutturale del territorio; a chiedere alla Regione la rimodulazione dei fondi europei 2007/2013 al fine di ricollocare le risorse destinandole alle esigenze delle persone colpite dai danni derivanti dall’alluvione e di attivarsi urgentemente per la conclusione dei procedimenti che riguardano la Zona Franca integrale, extradoganale e al consumo e nel caso di inerzia si annuncia che si procederà alla convocazione di un Consiglio comunale straordinario da svolgersi a Cagliari nella sede del Consiglio regionale.

Gli emendamenti alla Legge di Stabilità proposti in Parlamento: un miliardo di euro per Sardegna e Toscana

Il consigliere comunale del Pd e deputato, Giampiero Scanu, ha annunciato durante la seduta del Consiglio comunale di Olbia la presentazione di un emendamento alla Legge di Stabilità in Parlamento nel quale si chiede lo stanziamento di un miliardo di euro per Sardegna e Toscana per gli effetti del dissesto idrogeologico. “Mi auguro che il Parlamento vorrà conferire a questo emendamento la dignità di legge – ha spiegato Scanu – cosicché possa diventare legge”. Un altro emendamento prevede lo stanziamento di un miliardo di euro per i mutui agevolati a favore delle aziende colpite da danni provocati dall’emergenza per sviluppare un accompagnamento per l’uscita dalla crisi. Infine un emendamento a favore dei Comuni colpiti dall’alluvione che prevede la creazione di una sorta di franchigia fino a 30 milioni di euro rispetto ai vincoli del Patto di Stabilità. “Il comune di Olbia ha 50 milioni, può sforare di 30 milioni – spiega Scanu- e l’importo percentuale sarebbe alto rispetto alle difficoltà emerse”.

Acquisto di appartamenti per gli alluvionati e intesa con la Regione sul Piano urbanistico

Il Consiglio comunale si è impegnato, inoltre, a chiedere al presidente Cappellacci e per il suo tramite al consiglio di amministrazione di Area, l’azienda regionale per l’edilizia abitativa, l’acquisto di un congruo numero di appartamenti ad uso abitativo, al fine di renderli disponibili per coloro i quali hanno perduto la loro abitazione a causa dell’alluvione. Il comune di Olbia si farebbe poi carico delle spese, con soldi propri e svincolati dall’assegnazione di altri fondi da parte del governo. Il consiglio comunale, infine, si impegna a completare l’iter di pianificazione urbanistica già avviato sottoscrivendo un Protocollo d’intesa con la Regione per la definizione del Puc in attuazione del Piano di assetto idrogeologico, quest’ultimo aggiornato in base alle opportune varianti che derivano da ulteriori studi di dettaglio sulla compatibilità idraulica delle aree interessate dall’alluvione del 18 novembre scorso.

Giandomenico Mele

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