“Guerra dell’acqua” a Sassari, il Comune denuncia Abbanoa

Il Comune di Sassari ha denunciato Abbanoa per interruzione di pubblico servizio. La non potabilità dell’acqua praticamente in tutta la città diventa un caso giudiziario. L’amministrazione comunale ha deciso di rivolgersi alla Procura di Sassari per individuare eventuali responsabilità legate al cattivo funzionamento del potabilizzatore, a causa del quale sono emersi livelli elevati di alcuni elementi inquinanti, costringendo il sindaco Nicola Sanna a firmare un’ordinanza per vietare l’utilizzo diretto dell’acqua. Sebbene Abbanoa abbia fatto sapere nel pomeriggio di essere intervenuta e di aver verificato che i parametri sono tornati nella norma, l’ordinanza resterà in vigore sino a quando al riguardo non si esprimerà l’Asl. Non solo. Di recente il sindaco di Sassari ha emesso una nuova ordinanza con cui ordina ad Abbanoa “di dislocare autobotti nei quartieri in cui è previsto il divieto di utilizzo dell’acqua perché non potabile, a tutela dell’incolumità e della salute pubblica”. Sanna prescrive alla società che gestisce i servizi idrici “di provvedere con immediatezza ad attivarsi per garantire che i parametri delle acque destinate al consumo umano siano conformi a quanto previsto dalla legge, al fine di salvaguardare la pubblica incolumità e di preservare la salute pubblica”. Il servizio di autobotti, precisa l’ordinanza del sindaco, “dovrà essere garantito sino alla prossima verifica di conformità dei parametri”. A partire da domattina Abbanoa sistemerà le autobotti in via Pirandello e via Bachelet. Il sindaco è estremamente critico. “È l’ennesima violenza che la città è costretta a subire, nel giro di due settimane abbiamo emesso tre ordinanze di limitazione dell’acqua”, dice. “La situazione dipende dalla gestione del potabilizzatore, ma non c’è giustificazione”, dice. Tra l’altro “questo problema mette in crisi la città alla vigilia della Cavalcata sarda, quando sono attese in città centinaia di migliaia di turisti – rincara – come dovranno affrontare questa situazione bar, ristoranti, alberghi e altre strutture ricettive?”.

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