Grande folla a Orotelli e Ollolai, successo per Autunno in Barbagia

Dai cestini di asfodelo di Ollolai ai Thurpos di Orotelli, l’artigianato del paese sui monti di San Basilio a confronto con il carnevale del borgo di Orotelli. Ma non solo: i due centri barbaricini hanno messo in vetrina usanze e tradizioni, mestieri antichi, prodotti tipici e cultura, nel nuovo weekend di Autunno in Barbagia sabato 24 e domenica 25 novembre, la manifestazione itinerante conosciuta come Cortes Apertas promossa dalla Camera di commercio di Nuoro e dell’Azienda speciale Aspen.

“Sono due dei paesi più caratteristici della Barbagia – ha detto all’Ansa Enrica Sitzia assistente familiare di Uta – Ollolai ha aperto per l’occasione più di 60 Cortes a tema dove abbiamo potuto vedere le produzioni tipiche, come l’arte di fare le provolette, i ravioli, le panadas imbottite, ma anche l’arte delle produzioni artigianali come quella delle sarte che fanno i costumi per esempio. In una delle case più antiche del centro storico abbiamo ammirato la vestizione della sposa. Ma il pezzo più forte dell’artigianato di Ollolai sono i cesti di asfodelo con cui le donne antiche mantenevano le famiglie vendendoli in tutta l’isola”. “Una delle cose più belle – ha aggiunto – è stato assistere alla dimostrazione de S’Istrumpa la lotta tipica dei sardi che ha avuto il riconoscimento del Coni come un vero e proprio sport. Abbiamo inoltre ammirato un nuovo percorso che ha preso piede solo negli ultimi anni: quello della visita alle case che l’amministrazione vende a 1 euro”.

Pienone anche a Orotelli dove il picco massimo si è registrato a metà pomeriggio di domenica per la sfilata di Sos Thurpos la maschera della tradizione barbaricina che ripropone gesti del rapporto uomo – animale. “E’ stato il momento più coinvolgente – ha spiegato Serafino Meloni meccanico di Sassari – Sono i momenti più belli ai quali ci piace assistere perché sono un richiamo alla Sardegna più vera che in questa zona dell’Isola si sono mantenute”.

Lungo il paese 53 Cortes in ognuna delle quali si preparavano prodotti tipici: “dai ricami al pane, a sa sappa, una specie di marmellata ricavata dal fico d’india, fino a su pistiddu un dolce fatto col miele. In tutte le case si poteva assistere alla preparazione di questi prodotti che poi venivano offerti per la degustazione – ha osservato – L’organizzazione mi è sembrata abbastanza precisa: tutti i i pullman hanno parcheggiato a Mussinzua, la parte bassa del paese da cui poi sono stati accompagnati con una navetta alla parte alta, il vero e proprio borgo antico”.

Gli appuntamenti di Cortes Apertas non deludono mai: “si ritrova sempre la nostra storia e l’accoglienza degli ospiti viene al primo posto, una cosa quest’ultima che purtroppo sta scomparendo da altre parti della Sardegna”, ha concluso. (Ansa)

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