Fondi Gruppi, l’ex segretario del Gruppo misto Sanna non si presenta dal pm

Ha scelto di non farsi interrogare e di avvalersi della facoltà di non rispondere l’ex segretario del Gruppo misto, Angelo Sanna, ultimo iscritto nel registro degli indagati dal pubblico ministero Marco Cocco nell’inchiesta sui fondi ai gruppi in Consiglio regionale della XIII legislatura. L’interrogatorio fissato per oggi, dunque, è stato annullato perché l’indagato – difeso dall’avvocato Roberto Nati – non si è presentato, informando comunque il pm della propria decisione.

Dell’indagine nei confronti dell’ex segretario del gruppo si è venuti a conoscenza all’ultima udienza del processo contro 18 dei 20 consiglieri regionali del Misto indagati per peculato. Sanna era stato presentato nella lista dei testimoni dall’accusa, ma proprio il pm Cocco vi ha rinunciato. Non hanno fatto così gli avvocati difensori che l’avevano comunque indicato anche nei “testi a difesa”. Per questa ragione l’ex dipendente del Consiglio regionale potrebbe essere chiamato comunque a testimoniare con l’assistenza del proprio legale: ma se quel giorno risulterà ancora indagato potrebbe continuare ad avvalersi perché chiamato a rispondere di un “reato connesso”.

Poche le indiscrezioni trapelate, ma sembra che possa essere ricondotto a Sanna – nel suo ruolo di dipendente del gruppo – il via libera all’assegno di 2500 euro mensili che ciascun consigliere riceveva come anticipo sulle spese e senza l’obbligo di pezze giustificative. Ora bisognerà comunque attendere che la polizia giudiziaria completi gli accertamenti per avere un’idea chiara delle accuse che la Procura muove all’ex dipendente, ultimo in ordine di tempo a finire indagato in una delle innumerevoli tranche che compongono le due inchieste sui fondi ai gruppi. La prima aperta nei confronti dei dipendenti del Misto a seguito della denuncia per mobbing di un’altra dipendente, Ornella Piredda; la seconda che vede interessati molti altri gruppi anche della scorsa legislatura aperta dalle dichiarazioni dell’ex consigliere regionale Idv, Adriano Salis, condannato in abbreviato ad un anno e otto mesi. Ciascuna, poi, si è divisa in altri filoni: a conti fatti, complessivamente, sono 66 gli indagati.

 

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