Niente da fare: la requisitoria del pm Marco Cocco, atto finale della prima inchiesta sui fondi ai gruppi con quattordici consiglieri regionali sul banco degli imputati (quasi tutti ex), oggi non è nemmeno cominciata. Il giudice Mauro Grandesso, presidente della prima sezione penale al tribunale di Cagliari, ha deciso lo slittamento al 4 aprile. “Sono costretto a rinviare – ha detto alle 11,30 – perché l’udienza del precedente processo si sta protraendo più del previsto”.
Delusione nell’aula 1 del palazzo di giustizia, dove oggi erano presenti tutti gli imputati. Ma anche tanti curiosi. Piccola folla da grandi occasioni, perché la Sardegna è stata apripista di uno scandalo nazionale con numerose assemblee regionali finite nel mirino delle Procure territoriali per la presunta spesa illegittima dei fondi pubblici. Non solo: nell’Isola alla prima indagine ne è seguita una seconda, per un totale di un’ottantina di consiglieri (ed ex) coinvolti.
In aula c’era anche Ornella Piredda, l’ex funzionaria del palazzo di via Roma che presentò l’esposto da cui è partita la doppia inchiesta. Era febbraio 2009. Qualche mese prima la Piredda aveva denunciato per mobbing il sardista Giuseppe Atzeri, uno degli imputati nonché presidente del gruppo Misto nel quale la donna aveva cominciato a lavorare nel 2005.
In origine erano venti i consiglieri della XIII legislatura (dal 2004 al 2009) finiti sul banco degli imputati: ma tre – Adriano Salis, Silvestro Ladu e Beniamino Scarpa – sono già stati condannati, rispettivamente a un anno e otto mesi, sei anni e quattro anni e mezzo. Due invece gli assolti: Renato Lai e Peppino Balia. A processo c’era anche Pino Giorico, deceduto nell’agosto del 2014.
A giudizio, oltre ad Atzeri, ci sono Tore Amadu, Carmelo Cachìa, Maria Grazia Caligaris, Oscar Cherchi, Raffaele Farigu, Mariolino Floris, Raimondo Ibba, Sergio Marracini, Pierangelo Masia, Alberto Randazzo, Vittorio Randazzo, Salvatore Serra, Giommaria Uggias.
Qualcuno, come Atzeri, era visibilmente teso: “È una giornata importante – ha detto nel corridoio -, siamo già sette anni che viviamo nell’ansia”. Cachìa, invece, ha scherzato: “Sono imputato per una spesa di 120 milioni”, ha commentato prima che giudice comunicasse il rinvio.
La requisitoria del Pm, comunque, non si concluderà in un’unica udienza, visto il numero degli imputati e la complessità delle posizioni. Dopo il 4 aprile, si proseguirà l’11 e poi ancora il 2 maggio, sempre con inizio alle 10,30. Per l’inchiesta bis, relativa alla XIV legislatura, dal 2009 al 2014, sono già stati condannati Carlo Sanjust (tre anni) e Onorio Petrini (due anni e quattro mesi), mentre Sisinnio Piras ha patteggiato un anno e otto mesi.
Al. Car.
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