Fondazioni liriche, i sindacati protestano contro i tagli

La legge 160/2016 impone il pareggio di bilancio per mantenere lo status di Fondazione lirico-sinfonica e quindi continuare a ricevere i finanziamenti statali legati al Fondo unico per lo spettacolo. In pratica, hanno denunciato oggi i segretari nazionali di Slc Cgil, Uilcom, Fistel Cisl e Fial Cisal, Emanuela Bizi, Fabio Benigni, Gigi Pezzini ed Enrico Sciarra, alla fine di una lunga assemblea con i lavoratori della Fondazione a Cagliari, “la 160 stabilisce chi ha diritto a fare cultura in questo Paese per dodici mesi all’anno, attraverso un’azione degenerativa che mette a rischio la maggior parte delle 14 Fondazioni in Italia”. Secondo le sigle, le uniche ad avere certezza di raggiungere il pareggio sono La Scala di Milano e il Santa Cecilia di Roma. Tutte le altre potrebbero ritrovarsi senza risorse nazionali e costrette a contare unicamente su quelle delle istituzioni locali. Per questo le segreterie nazionali – che da settembre hanno avviato un tour di sensibilizzazione nelle varie Fondazioni italiane – annunciano una serie di iniziative da mettere in campo nei teatri: lettura di comunicati prima dell’inizio degli spettacoli, occupazione delle sovrintendenze, manifestazioni davanti alle istituzioni, la scrittura di un manifesto da far firmare ai big dell’opera lirica nel mondo, e infine una petizione destinata alla sottoscrizione degli spettatori e da presentare al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

“Le Fondazioni sono enti di produzione e non fabbriche mangiasoldi – hanno sottolineato i sindacati – tutte le nostre iniziative sono finalizzate a implementare le risorse, perché in caso di mancanza anche la qualità artistica ne risente”. Da qui l’invito al ministro della Cultura Dario Franceschini: “Come ha trovato i soldi per il cinema, abbia la stessa sensibilità per l’opera lirico sinfonica, cioè per il patrimonio immateriale da tutelare tanto quanto quello paesaggistico o cinematografico”. a

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