Ora è davvero quasi fatta. L’ex San Raffaele di Olbia è del Qatar, firmato l’accordo con le banche creditrici per 33,8 milioni di euro (circa la metà dei crediti concessi alla fondazione) manca solo un ultimo via libera del tribunale fallimentare di Milano. Entro la fine dell’estate ci saranno altri passaggi burocratici, poi l’avvio dei cantieri per trasformare quel palazzone bianco nell’ospedale dei desideri dell’emiro (sanità pubblica e privata insieme). Sul lieto fine si proiettano però le ombre lunghe delle imprese sarde coinvolte nel fallimento nel 2011 della Metodo impresa a cui era stata affidata la realizzazione dell’ospedale dalla fondazione Monte Tabor di don Verzé. Si tratta delle ditte di subappalto che non hanno mai ricevuto i soldi delle fatture emesse: un credito rimasto sulla carta per oltre un milione di euro. Ora, come si legge ne L’Unione sarda oggi in edicola, parte delle aziende coinvolte si sono unite per creare un comitato spontaneo e rivendicare con più forza quanto dovuto. Davanti ai curatori fallimentari e anche davanti alla Regione che guida l’affaire e la nuova vita dell’ospedale di Olbia.
I crediti (per lavori e servizi) variano da diverse migliaia di euro, fino a 60-80mila, a poche migliaia. Un tassello che si aggiunge al giro poco florido dell’economia isolana.