Dolianova, giallo sui fratelli scomparsi: traccia di sangue inchioda gli arrestati

Una traccia di sangue sulla portiera di un’auto. È questa una delle prove regine che questa mattina hanno portato i carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Cagliari a fermare Joselito Marras, 57 anni, e il figlio Michael, di 27, accusati di aver ucciso il 9 febbraio scorso a Dolianova i fratelli di origine calabrese Massimiliano e Davide Mirabello, i cui corpi non sono mai stati trovati.

La traccia di sangue è stata riscontrata dai carabinieri sulla portiera lato guidatore della Fiat Panda sequestrata alla famiglia Marras pochi giorni dopo la scomparsa dei due fratelli. Il sangue è stato analizzato dagli specialisti del Ris. L’esito non ha lasciato dubbi: era di Davide Mirabello. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, coordinati dal pm di Cagliari, Gaetano Porcu, all’origine del duplice omicidio ci sarebbero vecchi attriti tra i due nuclei familiari, che hanno terreni confinanti. Indagini sono ancora in corso per identificare i soggetti che hanno favorito ed aiutato i Marras per occultare i cadaveri delle vittime.

I carabinieri hanno ricostruito minuziosamente quanto accaduto il 9 febbraio scorso a Dolianova. Sono state sentite decine di persone e analizzati i filmati delle telecamere del Comune e di privati. Il 9 febbraio Davide e Massimiliano, con moglie e figli, pranzano con alcuni amici nella casa di campagna. Finito di mangiare Davide esce per accompagnare il nipote da amici e rientra poi a casa.

Nell’ultimo tratto di strada incontra i due vicini, Joselito e Michael Marras, al rientro dal pascolo del gregge in località Funtana Pirastu. Davide ha una brutta discussione con padre e figlio, rientra a casa visibilmente agitato, chiama il fratello e insieme ripartono subito a bordo della loro Polo: probabilmente volevano regolare i conti con i Marras, ma vengono uccisi. Circa un’ora dopo, la moglie di Joselito va in un distributore e acquista una tanica di benzina che, secondo gli investigatori, servirà per incendiare l’auto dei Mirabello. Prima però i corpi sarebbero stati caricati sulla stessa auto e trasportati sino al luogo, ancora sconosciuto, dove vengono sepolti e occultati. Alle 19 l’auto dei due fratelli viene data alle fiamme per cancellare ogni traccia. Si è appreso inoltre, che due giorni prima del duplice omicidio Joselito Marras aveva minacciato di morte un proprio familiare, puntandogli un coltello, solo perché amico dei Mirabello.

“Lunedì chiederemo la scarcerazione dei due indagati. Il provvedimento di fermo basato su un ipotetico pericolo di fuga, peraltro rimasto indimostrato, è provvisorio e deve essere valutato dal Gip a seguito dell’interrogatorio di garanzia. Gli indizi relativi alla responsabilità dei due indagati sono comunque inconsistenti e propongono, come certa, una responsabilità fondata su una ricostruzione dei fatti meramente congetturale”. Così gli avvocati Maria Grazia Monni e Patrizio Rovelli che difendono rispettivamente Joselito Marras il figlio Michael.  “L’accertamento del Ris dei Carabinieri – precisano i difensori – si basa su un unico reperto. Gli esiti, seppure venissero confermati, potrebbero comunque avere numerose spiegazioni alternative. In ogni caso si parla di semplice ‘compatibilità’ con il sangue di uno degli scomparsi”.

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