Concorso rinviato per la neve, ma è dai docenti che arriva la tempesta

A due giorni dalle prove, concorso annullato “causa maltempo”. Quando le valigie erano pronte. Gli insegnanti sono in rivolta. Anche perché c’è il sospetto che il maltempo sia, almeno in parte, una scusa.

Le cattedre “in palio” sono undicimila in tutt’Italia, 148 in Sardegna. Ma i  sardi non concorrono solo ai pochi posti disponibili nell’Isola: si presentano ovunque ci sia una possibilità. E sono tra i più colpiti dalla improvvisa decisione del ministero.  In tanti, non potendo immaginare il rinvio di un concorso di queste dimensioni. avevano prenotato da tempo biglietti low cost, che è molto complicato, a volte impossibile, trasferire ad altre date. E per ora non si hanno notizie di rimborsi. Insomma, la tempesta vera in arrivo non sarà tanto il Big snow, con la sua ondata di gelo, ma quella che stanno per scatenare gli insegnanti bloccati a casa dalla decisione ministeriale. Di sicuro, oltre al danno economico, i candidati subiscono in questi giorni uno stress infinito, dopo mesi di studio, ora la nuova attesa della data dell’esame.

La nota che da ieri compare sul sito del Miur è laconica: “A causa delle avverse condizioni meteorologiche previste dalla Protezione Civile per i prossimi giorni in tutta Italia le prove scritte del concorso, programmate per lunedì 11 e martedì 12 febbraio, sono rinviate. Le nuove date saranno comunicate sul sito del Ministero. Sono invece confermate le prove previste per mercoledì 13 febbraio e per i giorni successivi, salvo diverso avviso che sarà eventualmente pubblicato sul sito“.

Comprensibile che venga preso in considerazione l’allarme meteo, ma le perplessità sul modo in cui è stato accolto sono tante: “La scelta di spostare in avanti solo i primi due giorni, senza indicare le nuove date – afferma il sindacato dei docenti e dei ricercatori Anief – sta mettendo in seria difficoltà migliaia di candidati con viaggi e soggiorni prenotati. Bisognava dare loro subito indicazioni certe. E rimandare tutte le altre verifiche: siamo sicuri che dal 13 febbraio tornerà tutto alla normalità?”

E’ delusa e scoraggiata S.F., precaria cagliaritana di 45 anni: “Ero pronta a partire – racconta – per due turni di esame in Toscana, tra Firenze e Sesto Fiorentino, dato che in Sardegna non ci sono posti per la mia cattedra. La mail del ministero mi è arrivata all’una del mattino, il mio volo per Pisa sarebbe stato poche ore dopo. Il messaggio dice che anche l’esame di mercoledì per la scuola secondaria potrebbe essere annullato. Alla fine ho scelto di restare qua. Non è stato facile prendere questa decisione dopo mesi di studio. Sono indignata e sconcertata perché penso che il ministero avrebbe dovuto essere più tempestivo nel comunicare il rinvio del concorso, dato che l’ondata di freddo al nord era prevista già dai giorni scorsi, e soprattutto assumersi la responsabilità di annullare le prove per l’intera settimana, per consentire a tutti di organizzarsi di conseguenza. Come si può pensare che il sabato sera si possano spostare voli e prenotazioni? E soprattutto perché, a causa della carenza di informazioni e del fatto che il Ministero prende tempo, devo io trovarmi a scegliere tra partire e rischiare di non fare comunque nessuna prova, con quel che significa economicamente per chi come me si sposta da un’isola, oppure non partire e sperare a questo punto che venga sospesa anche la prova di mercoledì? Comunque vadano le cose chi mi risarcirà il volo, l’hotel e tutto il resto?”

Poi c’è un sospetto  che rende tutta la faccenda ancora più sgradevole. Il sospetto è che il rinvio a data da destinarsi non dipenda solo dal maltempo. Pochi giorni fa, infatti, agli ottantottomila candidati che hanno superato la preselezione di dicembre si sono aggiunti altri settemila che hanno vinto un ricorso al Tar, e questo ha creato ancora più difficoltà per la macchina organizzativa del concorso, già appesantita da un numero enorme di iscritti alla ricerca di un posto di lavoro stabile e sicuro. “Rinviare di quarantotto ore, sostiene il presidente dell’Anief Marcello Pacifico, l’avvio delle prove è stato evidentemente provvidenziale per prendere tempo e sanare anche questo intoppo. Ancora una volta, però, a pagare le disfunzioni saranno i futuri docenti delle nostre scuole”.

Francesca Mulas

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