Arresti Scanu, ‘gioco’ di scatole cinesi. Passaggi di denaro ricostruiti dal Gip

“Risulta dai documenti acquisiti e dalle relazioni dei curatori fallimentari il ricorso, da parte degli indagati, a un collaudato modus operandi nei delitti di bancarotta contestati”, secondo “uno schema caratterizzato dalla ripetuta distrazione di beni o di risorse a favore di società del Gruppo”. Così il gip Giampaolo Casula, nell’ordinanza firmata sabato scorso, ha fotografato la gestione finanziaria portata avanti nel perimetro della sanità privata sarda dai fratelli ScanuAlberto e Laura, arrestati con l’accusa di bancarotta fraudolenta insieme ad altrettanti collaboratori (ma gli indagati sono in tutto undici). Il giudice per le indagini preliminari ha confermato, stando alle sue valutazioni, l’esistenza di un sistema di scatole cinesi. Per cui “aperta una procedura concorsuale nei confronti di una società – è scritto -, si scopre che i suoi amministratori hanno realizzato, o comunque concorso a realizzare, atti di disposizione di beni o comunque trasferimenti di risorse a favore di un’altra componente dello stesso gruppo”. Il gip parla di “atti offensivi degli interessi patrimoniali” vantati “dai creditori delle società impoverite” e che in questo modo non potevano più riscuotere le somme loro dovute.

Allegati all’ordinanza ci sono decine di estratti conto bancari che provano il passaggio di soldi a cui si fa riferimento a più riprese. Un lavoro certosino che figura sin dalle prime pagine del provvedimento col quale Alberto Scanu è finito in cella, mentre per la sorella e due collaboratori, Giovanni Pinna e Valdemiro Giuseppe Peviani, sono scattati i domiciliari. Con cadenza precisa, a leggere le date dei bonifici, avveniva lo spostamento dei soldi in una girandola di fallimenti non solo “reiterati” ma a cui “Scanu Alberto e la sorella Laura proponevano opposizione nei diversi gradi di giudizio ritardando la pronuncia stessa del fallimento e contribuendo ad aggravare la situazione di dissesto delle società appartenenti al Gruppo”.

LEGGI ANCHE: Bancarotta fraudolenta, le parole del Gip: “Insolvenza del gruppo Scanu dal 2002”

Le sequenze delle “distrazioni” sono tutte nero su bianco. Dalla Polsan, che ha fatto segnare il primo dei nove fallimenti oggetto dell’inchiesta, è stato spostato in totale 1.191.443,60 euro dal 30 luglio 2008 al 25 ottobre 2013. Così attraverso ventotto distinte operazioni a favore della Compagnia immobiliare Sardegna srl. La più corposa da 145.444,31 euro; la più piccola da 5mila. E quasi tutte sono avvenute attraverso la Banca di Sassari. Stesso metodo per il trasferimento di denaro dalla Polsan verso la Sant’Elena srl, altra società del gruppo Scanu. Lo spostamento ha riguardato in questo caso 1.086.700 euro: i soldi sono passati da una società all’altra attraverso tredici addebiti avvenuti tra l’8 aprile 2009 e il 28 gennaio 2013.

Nella Polsan Alberto Scanu è stato consigliere dal 28 giugno 2002, poi presidente del Cda dal 14 ottobre 2004 al 18 marzo 2005, giorno in cui è diventato amministratore delegato sino al 20 settembre 2011 (negli ultimi due anni e mezzo ha ricoperto la doppia carica). Nella stessa società Laura Scanu è stata consigliera del Cda, sempre dal 28 giugno 2002, ma anche Ad per sei mesi nel 2005, da fine giugno a dicembre, e infine amministratore unico dal 30 settembre del 2001 e sino al fallimento avvenuto il 30 aprile 2014. Dagli atti risulta che dalla Polsan verso altre società del Gruppo sono stati ‘distratti’ in tutto 5 milioni e 600mila euro.

Il gip Casula ha definito Alberto Scanu “il dominus” delle attività e ne ha disposto l’arresto per evitare, tra le altre cose, “la reiterazione del reato”. Il giudice ha bollato i passaggi di denaro come “operazioni infragruppo”, rese possibili anche per via “di ripetute e infruttuose dilazioni“. L’ormai ex presidente di Sogaer, la società che gestisce l’aeroporto di Cagliari (è già stato sostituito con Gabor Pinna) resta in cella. L’imprenditore ha infatti fatto scena muta davanti al Gip, quindi non è cambiato il quadro probatorio nei suoi confronti e che, diversamente, aprirebbe la strada alla scarcerazione.

Al. Car.
(alessacart on Twitter)

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