“Piccole solitudini”, giovani fotografi in mostra al Lazzaretto di Cagliari

Giugno è tempo di esami. Anche per gli allievi della scuola d’Arte Fotografica “Fine art fotografia” diretta da Michelangelo Sardo è arrivato il momento di mostrare i lavoro sviluppati durante il corso 2013-2014. Al Lazzaretto nella mostra “Piccole solitudini”, aperta sino al 29 giugno, sarà visibile il lavoro di otto allievi che hanno presentato i loro progetti che, senza un canovaccio prefissato, seguono percorsi di ricerca personali con la libertà di linguaggio tipiche della tradizione didattica della scuola.

Il titolo della mostra prende spunto da una frase di Roland Barthes, maestro sempre presente nel programma di studio: «A volte mi capitava di parlare di quello stupore, ma siccome nessuno sembrava condividerlo, e neppure comprenderlo (la vita è fatta di piccole solitudini) lo dimenticai». E la vita dell’artista è fatta proprio di piccole solitudini. Riflessioni, umori, emozioni che tracciano percorsi individuali (e spesso individualisti) che portano a strade creative necessariamente solitarie perché intime e personali.

Se l’edizione passata era stata uno scoppiettante caleidoscopio di stili e di idee, quest’anno gli allievi indagano i piani classici del linguaggio fotografico in una lettura più intimista improntata alla ricerca di temi classici declinati con un accurato studio di luci e di forme. Il nudo è il tema dominante della mostra. Monica Garau, Maggie Gometz, Guido Cantone, Emilio Marrocu e Alessandra Di Rosolini hanno fatto tesoro dei grandi autori del genere come Edward Weston, Bill Brandt, Robert Mapplethorpe (per citarne alcuni) presentando lavori dove le scelte tecniche e la ricerca formale ed espressiva denotano percorsi artistici già maturi e consapevoli.

Cristiana Cappagli presenta un lavoro a colori dove lo still life di food diventa composizione formale e grafica di grande equilibrio, come pure lo still life di Stefania Urru. Valentina Angius espone un lavoro in cui simboli e significati prevalgono sulla forma. Ambientazioni soft dove una finestra semiaperta (o semichiusa), sempre presente, simboleggia un fuori, un altro mondo, una libertà possibile ma, forse, ancora temuta. Un’atmosfera fragile e un po’ inquieta ci ricorda che la fotografia più che dare risposte pone domande.

Una mostra che mette insieme le “Piccole Solitudini” individuali per diventare percorso didattico collettivo, condiviso ed omogeneo di grande impatto tecnico e con promesse di crescita espressiva evidenti.

Enrico Pinna

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share