Prosegue la raccolta di firme per la proposta di legge di iniziativa popolare che punta a tutelare la flora sarda, valorizzarla e trasmetterla integra alle generazioni future. L’iniziativa, avviata a Ussaramanna ad aprile in occasione del Festival delle erbe spontanee, terminerà il 10 ottobre ed è promossa dalla sezione sarda della Società botanica italiana insieme all’Associazione nazionale dei Comuni italiani – Sardegna (Anci) e con il supporto scientifico dell”Hortus botanicus karalitanus e dell’Istituto sardo di scienze, lettere e arti: si può firmare in ogni Comune dell’Isola.
“Da 50 anni la sezione sarda della Società botanica italiana prova a sottoporre all’esame del Consiglio regionale una proposta di legge in questo senso – spiega il presidente Emmanuele Farris – che nel tempo si è evoluta, ma conserva intatto il significato centrale. La Sardegna è infatti una delle aree del Mediterraneo più ricche di piante uniche al mondo: su circa 2.450 specie native 340 hanno infatti una distribuzione limitata alle isole tirreniche e 190 sono esclusive dell’Isola”.
“Oltre al valore dell’unicità – aggiunge Gianluigi Bacchetta, direttore dell’Orto botanico dell’Università di Cagliari – molte piante originarie della Sardegna rivestono un interesse biogeografico ma anche economico, in quanto potenzialmente utili per l’alimentazione, la medicina, la cosmesi e numerose altre applicazioni. Eppure la Sardegna è l’unica regione italiana a non essersi dotata di una legge per proteggere e valorizzare questo patrimonio vegetale, un vero e proprio capitale naturale”.