Ogyre (www.ogyre.com), la startup italiana che ha implementato la prima piattaforma globale di “fishing for litter”, ovvero la pesca dei rifiuti, sbarca per la seconda volta in Sardegna, nel porto di Cagliari. L’obiettivo è proprio ripulire mari e oceani con chi quegli spazi gli vive, ovvero i pescatori.
Ogyre è attiva già in cinque scali marittimi italiani: Cesenatico, Santa Margherita Ligure, Marina di Ravenna, Teulada e Salerno. Con il capoluogo sardo fanno sei e diventano due le città sarde che hanno aderito al progetto, attivo anche in Brasile e in Indonesia. Sinora sono 64 i pescatori che hanno detto sì alla raccolta dei rifiuti in acqua: la media di recupero è di 22mila chili di spazzatura al mese. “Di questi, attualmente il 70 per cento proviene da Rio de Janeiro, il 23 da Bali e il 7 per cento dai mari italiani”.
“A Cagliari la raccolta di Ogyre è stata avviata dalla metà di aprile con quattro pescherecci grazie alla collaborazione con il progetto Flags, capitanato dall’Università di Cagliari – si legge in una nota. Il lavoro è finalizzato a identificare e quantificare i rifiuti presenti nel mare della Sardegna, con una particolare attenzione agli attrezzi da pesca dispersi o abbandonati”.
“La quantità di plastica che finisce ogni giorno in acqua è preoccupante, parliamo di 53 mila tonnellate ogni anno, pari a 145 chili in un solo giorno – commenta Andrea Faldella, co-founder di Ogyre -. Le nuove collaborazioni e il supporto della nostra community si rivelano quindi essenziali per farci proseguire nell’obiettivo di creare la più grande piattaforma globale di fishing for litter e coinvolgere così nel processo di pulizia degli oceani sempre più persone e aziende. I primi possono contribuire a distanza, scegliendo di iscriversi a Ogyre.com per supportare direttamente uno o più dei nostri pescatori, mentre le aziende possono avviare con Ogyre progetti di sostenibilità contribuendo concretamente alla pulizia degli oceani”.