I comitati contro i mega-impianti eolici: “Non lasciamo che si impossessino dell’Isola”

“Siamo per la transizione ecologica ma questa è una devastazione del territorio, la transizione va fatta come si deve, non lasciando che questi soggetti vengano a impossessarsi di mare e terra”. I comitati prendono di mira i mega-impianti per la produzione di energia rinnovabile, dall’eolico al solare, e si sono presentati questa mattina in Consiglio regionale per un sit-in sotto il palazzo di via Roma a Cagliari e per consegnare un documento ai capigruppo per provare a stoppare i tentativi di acquisizione delle concessioni da parte delle grandi società energetiche internazionali.

“Chiediamo alla politica che approvi una moratoria per fermare questa cosa forsennata – incalza Marco Pau, portavoce del coordinamento insieme ad Antonio Muscas -, è ora di mettere mano al piano energetico regionale con il coinvolgimento delle autonomie locali e dei comitati. L’Anci ci supporta da anni e ha approvato un ordine del giorno che accoglie la nostra richiesta”.

Proprio l’Anci chiede una moratoria per le richieste di autorizzazione di mega impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili in attesa di rivedere tutto il sistema verso una transizione energetica equa, giusta e democratica. La richiesta è contenuta in un ordine del giorno inviato ai capigruppo in Consiglio regionale, al presidente dell’Assemblea, Michele Pais, e al governatore Christian Solinas. Il documento supporta l’iniziativa presa dai comitati territoriali. “Anci Sardegna è favorevole alla transizione energetica così come impostata dal Next Generation Ue e al superamento della produzione da fonte fossile – si legge nell’odg -, ma serve un sistema di regole nuove che parta da quote eque assegnate alle Regioni”.

L’associazione che riunisce i Comuni chiede anche che con la moratoria si affrontino “altri problemi in attuazione dell’articolo 4 dello Statuto (che sancisce la potestà di legiferare della Regione su materie inerenti la produzione di energia, ndr) e in particolare: prevedere pareri vincolanti dei Comuni e della Regione anche per i ‘grandi impianti’ e sull’individuazione delle aree idonee, rivedere in termini completamente nuovi le forme di perequazione a favore dei territori sui quali insistono gli impianti e sull’intera comunità regionale, riconsiderare anche l’iniziativa pubblica nel settore delle energie rinnovabili attraverso forme di investimenti regionali e comunali e la creazione diffusa di comunità energetiche, garantire l’autonomia, nella scelta dei modelli di sviluppo dei comuni attraverso la pianificazione del proprio territorio e la conseguente partecipazione dei cittadini alle scelte, tutelare ambiente e paesaggio”.

Nel documento consegnato ai consiglieri, i comitati chiedono anche “di effettuare l’analisi dei reali fabbisogni sulla base di obiettivi concreti e percorribili stabiliti attraverso un confronto con il sistema delle autonomie locali e comitati di cittadini per l’individuazione delle aree idonee ad ospitare le rinnovabili e la loro tipologia e taglia e di stanziare adeguate risorse finanziarie del bilancio della Regione per la promozione e il finanziamento delle comunità energetiche e per lo studio di Paes (Piani d’azione per l’energia sostenibile) intercomunali per la creazione di distretti energetici rivolti al settore pubblico e a quello privato per l’utilizzo sostenibile delle risorse dei territori”.

“Riteniamo che questo processo di transizione energetica sinora non sia stato governato – attacca Luigi Pisci, del comitato del Sarcidano – e ora rappresenti una minaccia per i sardi, per il territorio e per l’ambiente. Vogliamo riscrivere insieme a chi rappresenta i sardi una nuova pagina di transizione ecologica, inclusiva e diffusa che sia compatibile con le necessità energetica della Sardegna e dei sardi. Solo questa è la strada, altrimenti ci ribelleremo con ogni mezzo all’invasione colonialista che ci minaccia”. I manifestanti hanno chiesto un incontro al presidente dell’Assemblea, Pais, e ai capigruppo che dovrebbero riceverli alle 13.30.

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