Gruppo Onorato querela Pili per diffamazione: “Dietro c’è Grimaldi”

Querela per diffamazione nei confronti di Mauro Pili, con parallela richiesta di risarcimento danni reputazionali e aziendali per un valore iniziale di 20 milioni di euro. Il Gruppo Onorato Armatori ha chiesto all’autorità giudiziaria di indagare su una campagna diffamatoria articolata anche attraverso interventi diretti del direttore short-sea della Grimaldi Lines, Guido Grimaldi, come “provato dalla diffusione di messaggi telefonici personali in particolare alla comunità estesa dell’autotrasporto” si legge in una nota stampa. Ciò attraverso dichiarazioni perfettamente sovrapponibili a quelle rilasciate da Pili anche nell’ambito di una petizione in rete finalizzata a colpire la convenzione con lo Stato per l’esercizio dei servizi di collegamento marittimo con la Sardegna, Sicilia e isole minori e attraverso la “gestione” di attività di volantinaggio all’imbarco dei traghetti del gruppo Grimaldi.

L’iniziativa del Gruppo avviene all’indomani “dell’ennesima diffamazione”, dopo aver “operato sempre nel pieno rispetto delle leggi e nel caso specifico della Convenzione con lo Stato, ha deciso di rompere gli indugi e di rivolgersi alle Autorità giudiziarie”. “Siamo perfettamente convinti, con prove che porremo a piena disposizione degli inquirenti – ha affermato Vincenzo Onorato, presidente dell’omonimo gruppo armatoriale – che le reali motivazioni di questa campagna diffamatoria traggano origine dalla battaglia nella quale ci siamo impegnati ormai da anni per difendere l’occupazione dei marittimi italiani, denunciando una truffa ai danni dello Stato e una violazione sistematica delle norme che consentono a troppi gruppi armatoriali italiani di attuare a bordo delle loro navi, battenti bandiera italiana e in quanto tali esenti da qualsiasi tassazione, di sfruttare manodopera extra-comunitaria a livello di pura schiavitù lasciando a terra disoccupati migliaia di marittimi italiani”.

Secondo la circostanziata querela, l’ex deputato Pili, (“oggi in cerca di motivazioni esistenziali”), conduce una campagna diffamatoria su presunte violazioni della Convenzione fra lo Stato e il gruppo Onorato, usando strumenti, dichiarazioni e persino parole, palesemente sovrapponibili a quelle utilizzate da Guido Grimaldi per coprire di fango il gruppo Onorato, che solo in Sardegna dà lavoro a 500 lavoratori. “Siamo sempre stati i fautori di un libero mercato e di una libera concorrenza sulle rotte del cabotaggio e delle autostrade del mare – prosegue Vincenzo Onorato – ma esistono limiti oltre i quali non solo è chiamato in causa lo stile di un’impresa, ma anche lo sconfinamento in forme di concorrenza sleale, attraverso metodi e modalità di diffusione di false informazioni e palese diffamazione nei confronti dei competitors. Per noi sono metodi incomprensibili e impensabili”. “In gioco – conclude il presidente del Gruppo Onorato, che comprende Moby, Tirrenia e Toremar – non c’è la conquista di quote di mercato o l’apertura di nuove rotte. C’è l’onorabilità e la dignità di una famiglia, la nostra, da cinque generazioni sul mare e c’è anche il rispetto che si deve a 5000 persone che lavorano ogni giorno spalla a spalla con noi. E per noi, a differenza forse di altri, questo è un valore su cui non accettiamo discussioni”.

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