Bankitalia: la Sardegna tenta la ripresa. Ma il lavoro per i giovani non c’è

Deboli segnali di ripresa dell’economia sarda. Secondo le stime rilasciate da Prometeia il prodotto interno lordo regionale è cresciuto dello 0,3 per cento, mentre nell’anno precedente, secondo l’Istat, si era registrata una contrazione dello 0,4 per cento. Cresce il numero degli occupati (+ 3,1 per cento) ma i dati positivi non riguardano i giovani: per le persone tra i 15 e i 24 anni di età il tasso di occupazione è diminuito di 2 punti percentuali e quello di disoccupazione è aumentato di 6 punti. È la fotografia dei dati principali che riguardano il rapporto 2016, relativo all’anno precedente, sull’economia della Sardegna presentati da Bankitalia.

L’analisi ha riguardato anche l’industria. Nel 2015 il settore è risultato complessivamente in miglioramento. Le esportazioni regionali sono cresciute di circa il 3 per cento: un dato che riflette le maggiori vendite di prodotti petroliferi e l’ulteriore rafforzamento dell’industria agroalimentare sui mercati esteri, oltre che una crescita delle vendite nel settore dei metalli. Mentre negli altri comparti si registra complessivamente un arretramento.

Per quanto riguarda invece il settore delle costruzioni, la congiuntura è risultata stazionaria, dopo anni di continua contrazione il valore della produzione è rimasto costante. Migliorano invece le condizioni sul mercato immobiliare: il numero delle transazioni è tornato ad aumentare dopo otto anni di calo. I prezzi delle case invece hanno continuato a diminuire, anche se a un ritmo inferiore rispetto a quello registrato nel biennio precedente. Infatti è anche aumentato il flusso di nuovi mutui ipotecari (+51,4 per cento) proseguendo il recupero iniziato nel 2014 e lo stock di finanziamenti per l’acquisto di abitazioni è diminuito lievemente (0,5 per cento). E se si parla di credito alle famiglie, nel corso dell’anno la dinamica di finanziamenti erogati dalle banche e dalle società finanziarie alle famiglie residenti in regione è progressivamente migliorata, e la contrazione del credito che aveva caratterizzato l’ultimo biennio si è pressoché annullata.

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In base ai dati d’indagine della Banca d’Italia è aumentata la quota delle imprese con un fatturato in espansione, a oltre il 60 per cento; la maggior parte degli operatori prevede inoltre una crescita del volume di affari anche per il 2016. Segno più anche per il commercio. Infatti si è intensificata l’attività alle imprese e in particolare quella degli acquisti di beni durevoli. I segni positivi riguardano anche il comparto dell’attività turistica. Sono aumentate le presenze di turisti nazionali e internazionali e gli arrivi nelle strutture ricettive sarde (+8 per cento). I dati indicano un amento del traffico passeggeri nei porti e negli aeroporti sardi nel 2015 (anche se potrebbero subire delle flessioni dovute alle difficoltà connesse con la chiusura di alcune rotte). Sono tornati ad aumentare anche i flussi merci, in particolare quelli che interessano l’area portuale cagliaritana. Infatti il porto di Cagliari è quindicesimo per volume delle merci a livello nazionale, ma quarto per la movimentazione di container dopo Gioia Tauro, Genova e La Spezia. Invece Sarroch è il primo scalo regionale e il settimo a livello nazionale, e proprio nel terminale di Sarroch è movimentato il petrolio greggio in entrata e prodotti raffinati in uscita che rappresentano oltre il 12 per cento del totale nazionale di questa tipologia merceologica.

Se invece ci si sofferma sui dati relativi ai mercati e innovazione delle imprese regionali, oltre il 40 per cento delle aziende sarde identifica il mercato della provincia come principale riferimento della propria attività, mentre il mercato regionale nel suo complesso rappresenta l’ambito primario per il 23 per cento, solo un terzo delle aziende vanta una presenza di rilievo extraregionale e tra queste, solo l’11 per cento del totale indica i mercati internazionali come riferimento.
Il mercato del lavoro. Buone notizie per i disoccupati over 24. Infatti nel 2015 si è rafforzata l’espansione occupazionale che aveva caratterizzato il mercato del lavoro regionale dalla seconda metà dell’anno precedente. Secondo i dati dell’Istat il numero degli occupati è aumentato del 3,1 per cento (variazione superiore rispetto alla media nazionale e delle regioni meridionali). L’incremento ha riguardato sia la componente maschile (+2,0 per cento) ma soprattutto quella femminile (+4,6 per cento). Quindi complessivamente il tasso di disoccupazione è diminuito di 1,2 punti percentuali rispetto al 2014, attestandosi al 17,4 per cento nella media dell’anno. Ma i dati positivi non riguardano i giovani. Infatti per le persone tra i 15 e i 24 anni di età il tasso di occupazione è diminuito di 2 punti percentuali e quello di disoccupazione è aumentato di 6 punti.

Maglia nera per gli immatricolati sardi di età compresa tra i 18 e i 20 anni tra il 2007 e il 2014 (diminuite del 21,2 per cento). Perciò molti non proseguono gli studi dopo l’istruzione superiore, e se lo fanno scelgono altre mete nazionali dove spesso si stabilizzano dopo aver trovato un’occupazione. Infatti le Università sarde hanno visto diminuire il numero degli immatricolati residenti di oltre un quarto, mentre è aumentato il numero dei giovani sardi che si iscrive in atenei del centro e del nord paese. Pertanto permane in maniera accentuata in Sardegna il problema della carenza di capitale umano adeguato.
La finanza pubblica locale: la spesa pubblica primaria pro capite delle amministrazioni locali è diminuita dell’1,7 per cento all’anno ( era aumentata in media dell’1,9 per cento considerando il Bankitalia Bettoniperiodo 2010-12). E continua a diminuire nettamente la spesa in conto capitale. È aumentata anche la spesa sanitaria complessiva dello 0,7 per cento all’anno. Rimane elevata invece l’importanza degli investimenti in servizi di base, in particolare istruzione e infrastrutture.
“Una crescita del genere è ancora influenzata sia dai fattori degli eventuali sviluppi nazionali o internazionali – ha commentato il direttore della Banca d’Italia di Cagliari della Banca d’Italia Luigi Bettoni (nella foto a destra) – è una ripresa timida che può anche spegnersi, però è una ripresa che abbiamo registrato e che ha i suoi punti di forza. Infatti è stata intercettata la domanda estera, sia dal comparto petrolifero che da quello agroalimentare, si è registrata una ripresa dei consumi interni soprattutto per l’acquisto di beni durevoli. Il mondo manifatturiero ha cominciato a fare degli investimenti e il commercio è passato in area positiva. È una crescita molto lieve che va irrobustita, sperando che la congiuntura economica sia nazionale che internazionale non spenga questi spiragli di crescita”.

Monica Magro

 

(Foto Roberto Pili)

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