Banco Sardegna, allarme dei sindacati: “Sta smobilitando e la politica tace”

“Il Gruppo Bper smobilita in Sardegna: sono 250 gli esuberi previsti su un totale di oltre 2.300 dipendenti e a questo si aggiunge anche un taglio rilevante degli sportelli”. La denuncia arriva dalla Cisl regionale e dalla First, il sindacato di categoria dei bancari. “Tra gli 80 e i 90 sportelli sui 400 attivi nell’Isola, chiuderanno entro un triennio – avverte l’organizzazione sindacale – Il Banco di Sardegna passerà le consegne dei suoi 54 sportelli alla Banca di Sassari, e se anche verranno eliminati i doppioni delle due controllate ci sarà una riduzione dei poli Bper Services: il tutto con la politica sarda che resta a guardare e con la Fondazione del Banco di Sardegna, che detiene il 49% del capitale del Banco, che dovrebbe avere un ruolo più attivo nell’alleggerire gli effetti del piano industriale 2015-2017 della capofila”.

Secondo i dati forniti dalla Cisl, complessivamente la Bper chiuderà in tutta Italia 130 sportelli, entro il 20 novembre 14 della Bper e 14 del Banco di Sardegna, dieci dei quali nell’Isola distribuiti tra Oristanese, Nuorese e Sulcis. “Invitiamo il Consiglio regionale a discutere in Aula del problema del credito a sostegno del sistema imprenditoriale e del lavoro – dice il segretario regionale del sindacato, Ignazio Ganga – l’acefalia delle due controllate sarde e l’indebolimento dei centri decisionali ci preoccupano non poco. Assistiamo all’arretramento del sistema bancario in una regione, come la Sardegna, dove si fanno già i conti con l’arretramento dello Stato. In un decennio – denuncia Ganga – l’Isola si è giocata tutta la sua architettura bancaria. Ma il credito è un diritto di cittadinanza al pari del diritto alla salute e all’istruzione in uno spirito di sussidiarietà. Per questo motivo il tema va rimesso al centro del dibattito politico”. “La Regione intervenga creando le migliori condizioni perchè Bper riveda le proprie posizioni – sollecita Sergio Mura, della segreteria First Sardegna – Cancellare interamente la Banca di Sassari, che rimarrà solo come società-prodotto specializzata nella monetica, carte di credito, cessione del quinto e credito al consumo, è una pazzia”. “Dopo la chiusura delle scuole, delle Poste e delle caserme, ora anche le banche vanno via”, attacca Tonino Usai, della segretaria nazionale First.

(foto di Roberto Pili)

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