“Vogliamo i documenti, senza non possiamo spostarci”. È la richiesta fatta da circa quaranta migranti ospiti della struttura di accoglienza creata all’interno dell’albergo Rosas a Narcao (Sulcis). Gli stranieri hanno bloccato la strada che porta all’albergo, utilizzando ance alcuni cassonetti per ostruire il passaggio alle auto.
Su alcuni cartelli le ragioni della protesta: “Sono dieci mesi che aspettiamo i documenti”, recita uno di questi. Alcuni, infatti, attendono il permesso di soggiorno, altri sono in attesa della convocazione per discutere della richiesta di asilo. A Narcao sono arrivati i carabinieri della compagnia di Carbonia e gli agenti del Commissariato che hanno tenuto sotto controllo la situazione. La protesta, cominciata alle 6 di questa mattina e conclusa alle 10, non ha creato particolari disagi alla circolazione stradale: l’albergo infatti è situato in una zona isolata in campagna e la strada è poco trafficata.
E mentre gli stranieri protestavano nel Sulcis, a Cagliari la Prefettura ha predisposto l’accoglienza per i nuovi arrivi. Domani mattina approderà al porto Canale di Cagliari, al molo per le merci alla rinfusa, la nave norvegese Siem Pilot con a bordo 737 persone (e non 650 come sembrava inizialmente). Nell’Isola approderanno i migranti soccorsi ieri a largo delle coste della Libia in nove operazioni coordinate dalla Guardia costiera: si trovavano a bordo di tre barconi e sei gommoni. Al salvataggio hanno preso parte unità della Marina militare, di Eunavformed, Frontex e delle organizzazioni non governative Medici senza frontiere e Migrant offshore aid station (Moas).
Al termine delle operazioni, tutti i migranti sono stati trasferiti sull’unità norvegese, operante sotto il dispositivo Frontex, nonché sull’unità tedesca Frankfurt, operante nel dispositivo Eunavformed. A bordo della Siem PIlot ci sono 653 uomini, 45 donne e 39 minori. Molte le nazionalità degli stranieri. 184 sono del Bangladesh, gli altri arrivano da Benin, Togo, Tunisia, Etiopia, Liberia, India Pakistan Gambia, Sudan e Senegal. La Prefettura sta predisponendo il piano di accoglienza: nelle prossime ore sarà allestito, come per i precedenti sbarchi, il campo con le tende per le visite mediche e le operazioni di identificazione. Al lavoro Questura, Capitaneria di porto, protezione civile, Asl, Croce rossa, carabinieri e associazioni di volontariato.
Manuel Scordo