Scuola, all’Angelus dal Papa una delegazione dei prof emigrati

Vicino all’obelisco di piazza San Pietro, davanti a Papa Francesco questa mattina c’era anche la Sardegna: una bandiera dei Quattro Mori e un trolley per ribadire che gli insegnanti assunti con la Buona Scuola non vogliono lavorare lontano da casa, oltre il mare, senza mariti, mogli e figli.

C’erano rappresentanti di Campania, Sicilia, Puglia e tante regioni soprattutto del sud.

All’Angelus di oggi per l’Isola, in rappresentanza del Movimento delle “Valigie del 10 agosto”, anche Francesco Briotti, compagno di una docente sarda che per ora lavora nell’Isola ma che dal prossimo luglio dovrà trasferirsi a Reggio Emilia.
“Una esperienza importante – spiega Briotti all’ANSA – con persone provenienti da tutta Italia accomunate da una stessa sorte: quella di essere schiacciate da meccanismi sicuramente da rivedere”.

Ora la battaglia continua: una delegazione sarà domani al ministero dell’Istruzione per consegnare un documento che ribadisce l’esigenza di trovare correttivi che consentano agli insegnanti di non allontanarsi troppo da casa.

Proprio durante le ore di attesa dalle parole del Papa il comunicato è stato riletto e condiviso dai delegati dei docenti della Fase B arrivati a Roma da mezza Italia.

Un problema molto sentito soprattutto in Sardegna: lavorare fuori dall’Isola significa dover lasciare a casa la famiglia. Il trolley ed il vessillo con i Quattro Mori erano in bella evidenza in mezzo alle decine di bandiere gialle e allo striscione di ringraziamento – sempre giallo – dedicato a Papa Francesco.

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