I fotoracconti marinareschi di Corto Quartese al Lazzaretto

«La gente vive e muore più o meno serenamente anche senza sapere come mangiano i marinai. Eppure vale la pena descrivere questa convivenza. E’ una storia così immensa che almeno un pezzettino è degno di essere raccontato».

Con queste parole Corto Quartese, felice pseudonimo di un fotografo-marinaio (o marinaio-fotografo) fermamente deciso all’anonimato, traccia la sua rotta verso il racconto fotografico di storie di vita a bordo di navi mercantili.

Ma chi è Corto Quartese? Ci racconta la sua storia Luisa Siddi, direttrice della rivista Fuoritema: «Ho conosciuto Corto Quartese, durante l’attività fotogiornalistica per la rivista. Mancavano pochi giorni al suo primo imbarco, che lo attendeva a Singapore. Facemmo una chiacchierata sulla fotografia e su quella analogica in particolare. Portò con sé una reflex manuale e qualche rullo di pellicola. Non aveva mai fotografato».

«Per tutta la durata dell’imbarco, più di tre mesi, non potè vedere le sue fotografie. Al rientro, c’incontrammo per sviluppare i rulli. La forza e l’immediatezza di quelle immagini sorpresero tutta la redazione. E’ così che è diventato un nostro collaboratore fisso, autore delle immagini e dei testi che le accompagnano».

«Da allora, a ogni imbarco, aspettiamo il suo ritorno a terra, come adolescenti d’altri tempi, avidi di racconti di viaggi e di avventure per mare».

I fotoracconti di questo marinaio-reporter saranno al Lazzaretto nella mostra “Ovunque era lo stesso”, foto-racconti marinareschi a bordo di un mercantile, visitabile dal 18 al 27 ottobre. La mostra si inserisce nei contesti di “Approdi Festa di arte e comunità” e “Medidanza, l’arte di vivere in viaggio”.

Nella mostra, curata da Luisa Siddi e Silvia Pisano quindici stampe di grande formato, tute da lavoro, installazioni video ed audio con racconti di vita dei marinai, materiali e strumenti di lavoro e campioni di materiali realmente trasportati dall’autore nel corso dei suoi viaggi.

Se il Corto Maltese del fumetto, eroe positivo creato da Hugo Pratt, cercava il viaggio e l’avventura e il Capitano Achab cercava la sua balena bianca, il nostro eroe cerca qualcos’altro: «Non sono sicuro — scrive Quartese — che in mare uno possa ritrovare se stesso, piuttosto troverà un altro sé, uno che non conosceva ancora e sicuramente non avrebbe scoperto mai se non si fosse specchiato nel mare. E’ un universo parallelo, dove si vive, si pensa e si agisce in maniera totalmente differente rispetto alla terra».

I racconti di questo marinaio reporter non danno spazio all’avventura Salgariana, agli eroi belli e ardimentosi. Corto Quartese è, piuttosto, un cronista che al mito preferisce il racconto, mai romanzato, di un quotidiano duro e faticoso, vissuto tra grandi orizzonti e angusti spazi di bordo. Il tutto declinato con un lessico visuale mediato da un bianco e nero ruvido, pastoso, di potente impatto visivo, lontano da qualunque ricerca estetica.

Ora Corto Quartese è di nuovo alla ricerca di nuove storie e di quell’altro sé che solo il mare riesce a far affiorare.Si trova, come scrive nella sua presentazione «in mezzo al mare, con tanti sconosciuti che, per i mesi a venire, saranno colleghi, amici, confidenti o semplicemente compagni di avventura. A me piace definire i marinai compagni di vita.Tutte queste vite, tutte queste esperienze hanno un unico filo conduttore: il mare».

Enrico Pinna

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