Tra eventi in cantina e sagre nei territori: il vino spinge il turismo nell’Isola

Il settore del vino nell’Isola è cresciuto negli ultimi anni in termini di qualità – lo certificano le guide più importanti, che assegnano alle bottiglie sarde punteggi molto alti – sia in termini di capacità di coniugare un prodotto all’altezza dei palati più raffinati sia nella tendenza a puntare sempre più anche su ospitalità ed eventi all’interno delle cantine. Andare a degustare i calici dei diversi produttori, circondati dalle vigne e dal paesaggio circostante, è una tendenza sempre più spiccata e sono numerosi i viaggiatori che scelgono l’Isola proprio per approfondirne la cultura enologica. Sia che si tratti di piccole cantine artigianali che producono vini naturali, sia cantine più strutturate che riescono a coniugare qualità con produzioni numericamente più importanti e spazi di produzione e accoglienza ormai all’avanguardia. Accanto a questo, non mancano le sagre e gli eventi che mobilitano sardi e turisti raggiungendo anche numeri importanti. 

Tra queste c’è senza dubbio la sagra del vino Novello di Milis, uno degli appuntamenti più importanti nell’Isola in grado di far arrivare nel paese dell’Oristanese migliaia di persone. L’iniziativa è nata nel 1988 e si svolge a novembre, tra degustazioni di vini e proclamazioni dei migliori della rassegna. La trentaquattresima edizione è in programma l’11 e 12 novembre e radunerà le migliori cantine che producono vini Novelli. Degustazioni guidate con i sommelier, dibattiti e convegni, street food e artigianato: un evento a 360 gradi che si apre anche ad altri vitigni (l’anno scorso è stato dato molto spazio alla Vernaccia, uno dei prodotti simbolo dell’Oristanese e tra le produzioni qualitativamente più riconosciute del settore enologico dell’Isola). Il novello è un vino ottenuto tramite la tecnica della macerazione carbonica e venduto nello stesso anno della vendemmia da cui proviene. La sagra è una occasione anche per visitare le mostre dedicate al prodotto e il Museo del costume e del gioiello sardo presente in paese. 

Cannonau grapes. Vineyard row with the box that contains the grapes during the harvest. Traditional agriculture. Sardinia.

Un evento da segnare in calendario è sicuramente Mamoijada Vives, nel centro barbaricino noto anche per i Mamuthones e il suo celebre carnevale. Organizzato dall’associazione Mamojà, che raduna una trentina di cantine del territorio, il suo scopo è quello di far conoscere i suoi vini a giornalisti, addetti ai lavori – il primo giorno – e naturalmente al pubblico nella seconda giornata, di domenica. Si passeggia e si degusta il Cannonau della zona, che ambisce ad avere una Doc speciale perché le uve hanno il sapore del territorio, molto adatto alla crescita e allo sviluppo di questo vitigno. Non è un caso se in paese tutti producano vino e senza nemmeno bisogno di aiutarlo con la “chimica”. E del resto sono decine ormai i produttori che imbottigliano con ottimi risultati. Un altro evento enogastronomico è Wine, Fregula e Cassola, organizzato a Neoneli: territorio di ottimo Cannonau con un fermento enologico ormai riconosciuto, tra cantine artigianali e investimenti importanti che arrivano anche da fuori dell’Isola. Alcuni produttori valorizzano vitigni vecchi anche cent’anni: hanno una resa quantitativamente inferiore, ma la qualità è impagabile. Andare a visitare le vigne nel territorio significa anche provare a rintracciare gli arcivos, che risalgono addirittura all’epoca romana. Costruzioni quadrangolari di pietre a secco che servivano a stoccare l’uva in attesa di essere pigiata, insieme poi alle vasche di pigiatura, lacu de catzigae, e la vasca di raccolta (lscutorgiu): strumenti condivisi tra le vigne, quindi – storicamente – comunitari. 

Goblet of Vermentino wine above the barrel between the rows of a vineyard. Food, drinks.

Parlare del vino in Sardegna significa raccontare praticamente tutti i suoi diversi territori. Il movimento Turismo del vino che fornisce una mappa “da costa a costa” delle zone e delle cantine più note – e quelle più attrezzate in termini di accoglienza. Sicuramente la Gallura – con le sue ampie distese di granito e macchia mediterranea e la sua vocazione fortissima al Vermentino – merita una visita. Esiste anche una sagra a Monti, uno dei più importanti del territorio per valorizzare la sua eccellenza. Si tiene ad agosto e ogni anno attira oltre diecimila persone, con un consumo fino a 5mila litri di vino. Il paese è una delle località galluresi con la maggiore vocazione vitivinicola e si trova a soli 20 minuti di macchina da Olbia e dalla Costa Smeralda. Ma c’è anche il Vermentino festival a Calangianus (questo a luglio), nella località San Leonardo di Limoges dove sorge una chiesa campestre immersa tra gli ulivi centenari. A ottobre invece si celebra il vitigno anche a Olbia, con Benvenuto Vermentino: eventi, degustazioni guidate e anche confronti tra vini sardi con quelli toscani, liguri e corsi. Ad agosto certamente l’evento più conosciuto è Calici di stelle, che si svolge in diversi territori dell’Isola valorizzando vitigni e cantine diverse: dal Carnignano nel Sulcis alla Malvasia di Bosa. E poi ci sono le iniziative come Cantine aperte, durante le quali i produttori – specie quelli più specializzati nell’accoglienza – fanno scoprire i loro vini, in abbinamento a visite guidate per mostrare come producono le loro bottiglie e a proposte gastronomiche. 

Sardegna Turismo

Contenuto realizzato in collaborazione con la Regione Sardegna, Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio

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