Patto di stabilità, è scontro. Il Pd all’attacco di Cappellacci

“La Sardegna è pronta a liberarsi dall’inaccettabile giogo del patto di stabilità con l’adozione di una legge regionale”. Così il presidente della Regione Sardegna Ugo Cappellacci che ha messo in pole position nel nuovo patto di fine legislatura siglato con gli alleati del centrodestra, la battaglia contro il Governo centrale per allentare i vincoli di spesa.

“Condividiamo le preoccupazioni manifestate dal collega del Veneto Zaia – ha chiarito Cappellacci – e invitiamo anche le altre Regioni, sia quelle speciali che le ordinarie, ad adottare una legge regionale che alzi il livello del conflitto nei confronti di uno Stato ancora sordo alle istanze provenienti dai territori e, per quanto ci riguarda, anche ai pronunciamenti della Corte Costituzionale. La Sardegna soffre questo problema in misura maggiore rispetto ad altre realtà – ha detto il governatore – perché i parametri del patto di stabilità sono ancora legati al precedente regime sulle entrate erariali”. Infine, l’appello: “Dobbiamo liberarci da un nodo che immobilizza la pubblica amministrazione e impedisce di spiegare pienamente le vele delle azioni destinate alle famiglie, alle imprese, al lavoro e ai territori”.

Ma l’opposizione non ci sta e va subito all’attacco: “Il presidente si accorge che il Patto di stabilità rende inutile ogni finanziaria e blocca le attività della Regione, ma evidentemente non era presente quando l’opposizione più volte lo affermava: ora propone un programma di legislatura, peccato sia quasi terminata”.

Così il vice presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini (Pd), che giudica “tardive e senza senso” le proposte di Cappellacci in occasione della presentazione della nuova Giunta. “Cappellacci si dice pronto a voler continuare la battaglia, ma quando mai l’ha iniziata? Gli ordini del giorno votati dal Consiglio in cui si impegnava la Giunta ad aprire un confronto, anche duro, con lo Stato sono stati tutti disattesi”.

Secondo Sabatini, inoltre, il governatore “non dice tutto sul Patto di stabilità. Se si osservano con attenzione le norme, si scopre che le spese ricomprese nel patto superano i 5 miliardi e fatto ancor più grave è che in questa cifra sono inclusi i cofinanziamenti del Por 2013 e gli stanziamenti per il Fondo Sviluppo e Coesione (ex Fas) per un totale di circa 2,1 miliardi di euro. Altro che social card o sardex, per uscire dalla crisi – incalza Sabatini – c’é bisogno di misure più incisive”. “In questi quattro anni di legislatura è mancata una seria politica di bilancio. Non c’é mai stata programmazione e soprattutto non si è mai aperto un vero confronto con lo Stato sulla vertenza entrate e sul Patto di stabilità. Oggi abbiamo una nuova Giunta ma ai sardi si ripropone sempre la solita minestra promettendo false rivoluzioni”.

Anche il capogruppo del Pd, Giampaolo Diana, commenta il patto di fine legislatura:”Ho la spiacevole sensazione che Cappellacci, sapendo di perdere le prossime regionali, sia animato da un pericoloso calcolo cinico che lo spinge a far proposte col solo obiettivo di rendere ancora più disastrati i conti regionali per mettere in difficoltà chi, nel 2014 sarà chiamato a rimettere in piedi la Sardegna”.

“Nelle dichiarazioni di Cappellacci – argomenta l’esponente del Pd – ci sono questioni importanti, almeno nei titoli, quali il Patto di stabilità, il reddito di cittadinanza da lui ribattezzato di comunità, la restituzione dell’Imu, l’istituzione dell’Agenzia delle Entrate sarda per sostituire Equitalia e infine la nuova moneta o carta di credito Sardex, che sono state affrontate in modo assurdo e con una semplicità disarmante”.

Sul Patto di stabilità, in particolare, Diana ricorda l’occupazione del centrosinistra dell’Aula del Consiglio nel dicembre 2010: un’azione forte, sottolinea, “affinché la Regione avviasse in maniera seria un negoziato col Governo per allentare il Patto almeno per la spesa relativa agli investimenti e agli interventi per mettere in sicurezza idrogeologica il territorio regionale. Invito che Cappellacci ha sempre declinato in quegli anni non si poteva disturbare l’allora presidente del Consiglio Berlusconi. Uscito di scena Berlusconi, il presidente della Regione si sveglia arrivando addirittura a dichiarare guerra al governo, anche in lingua sarda. E oggi s’inventa la riscrittura del Patto: ci dica Cappellacci come fa a non violare quel Patto, se lo si riscrive in maniera unilaterale”.
La risposta di Cappellacci arriva attraverso il suo portavoce Alessandro Serra: “E’ sufficiente dare uno sguardo alla data dei primi ricorsi in sede giurisdizionale, a quella delle leggi impugnate o alle cronache per smentire le affermazioni dell’on. Giampaolo Diana”.

“La Giunta ha difeso i diritti dei sardi – aggiunge Serra – sia durante il Governo Berlusconi sia successivamente alle dimissioni del Presidente del Consiglio dei Ministri. Per l’esecutivo regionale gli interessi dei sardi sono un valore assoluto, da difendere sempre. Forse per l’on. Diana sono un valore relativo, da difendere con maggiore o minore intensità secondo il colore politico dell’inquilino di Palazzo Chigi”.

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