Napolitano rieletto presidente

Per la prima volta nella storia della Repubblica Italiana, un Presidente ottiene un secondo mandato al Quirinale. Giorgio Napolitano è stato rieletto, alla sesta chiamata, con 738 voti davanti a Stefano Rodotà con 217.
Una larga maggioranza, composta di Pd, Pdl, Lega e Scelta Civica decide di aggrapparsi alla saggezza ed esperienza di un uomo di ottantotto anni, costretto a restare in carica come succede ai Presidenti in tempo di guerra. Per cercare di far uscire l’Italia dallo stallo creato principalmente dall’implosione del Partito democratico, che ha bruciato in successione i suoi due candidati forti, Franco Marini e Romano Prodi.

La scelta di Napolitano ha però sancito forse anche la fine di Italia bene comune, il patto di centrosinistra che aveva Pierluigi Bersani come candidato premier. Sel, infatti, ha deciso di votare per Rodotà, consumando uno strappo che prelude forse alla costruzione di un nuovo soggetto politico a sinistra, insieme a quella parte del Pd meno propensa alle larghe intese. Resta su Rodotà anche Beppe Grillo e il M5S, che gridano al colpo di Stato, e che hanno organizzato per stasera in tutta Italia manifestazioni di piazza contro il reincarico a Giorgio
Napolitano.

Il voto di stasera ha ricompattato, in parte, anche la truppa degli elettori sardi, sia i deputati e senatori eletti il 25 febbraio scorso, sia i cosiddetti “grandi elettori”, la presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo, il presidente della Regione Ugo Cappellacci e il capogruppo del Pd, quale esponente dell’opposizione, Giampaolo Diana. Ancora presumibilmente sotto choc i parlamentari democratici, molto più convinti quelli del Pdl con
in testa Cappellacci che ha parlato di Giorgio Napolitano come “Unico nome possibile per uscire dallo stallo” o Mauro Pili che ha bocciato Rodotà come “figlio della cultura comunista”. L’elezione di Napolitano, nei fatti, apre la strada per un governo di larghe intese, sostenuto dalle stesse forze che lo hanno rimesso al Quirinale, magari guidato da una figura istituzionale come Giuliano Amato o più politica come Enrico Letta.

Alberto Urgu

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