Noragugume, uccisi padre e figlio. Il sindaco: “Non è una faida” ma la polizia scava nel passato di Nieddu

Quando a Noragugume si è sparsa la voce del duplice omicidio, stamattina dopo le 8.30, il paese è precipato nuovamente nell’incubo: lo spettro di quella faida che nei due anni tra il 1998 e il 2000 ha insanguinato il paese dove sono caduti sotto i colpi di arma da fuoco otto morti ammazzati.

Sono passati 14 anni da quando la faida ha mietuto l’ultima vittima, ma questa volta il paese non ha avuto la reazione di chiudersi in casa: a decine si sono riversati nella piana di Ottana in località Bira Birdis, dove giacevano i corpi senza vita di Umberto Nieddu (26anni) e del padre Bruno (76 anni).

I corpi di Bruno e Umberto Nieddu sono dalle 16 di questo pomeriggio nell’obitorio di Oristano a disposizione della magistratura. Un duplice omicidio che il sindaco di Noragugume, Michele Corda, stenta a collegare alla faida: “Umberto ai tempi della faida aveva 9 anni – dice il primo cittadino– e non c’entra niente con quei fatti, né la sua famiglia, che io sappia, ha avuto alcun coinvolgimento, sia direttamente che indirettamente”. Per questo, ma non solo per questo, l’incredulità del sindaco è grande, ma ancora più grande è il dolore: “Non ci sono parole per descrivere lo stato d’animo mio e dell’ intera comunità. Parliamo di un ragazzo di 26 anni che è stato ammazzato mentre andava al lavoro a guadagnarsi il pane. Un ragazzo solare, benvoluto da tutti. Umberto era un ragazzo d’oro, non stiamo parlando del classico bullo di paese, per questo tutti a Noragugume si sono riversati stamattina nelle campagne di Sedilo dove è avvenuto il fatto”.

La polizia di Nuoro, però, sta indagando in queste ore nelle pieghe della famiglia Nieddu, scoprendo che Bruno Nieddu è stato testimone nel processo per l’omicidio di Aldo Spada, ammazzato nel suo podere nel 1999. Ma c’è un altro tassello che ricollegherebbe Bruno Nieddu alla faida: uno dei tre appezzamenti del terreno dove padre e figlio lavoravano, precisamente quello di Bira Birdis dove sono stati ammazzati, era di proprietà di un esponente importante della faida di Noragugume, scappato dal paese tanti anni fa e mai più ritornato. Inoltre, Bruno Nieddu sarebbe stato vittima di un attentato dinamitardo un paio di anni fa.

Ma se anche il duplice omicidio fosse realmente ricollegato alla faida, il giovane Umberto non poteva esserne stato coinvolto: come ha detto il sindaco, era un bambino a quei tempi. Piuttosto, Umberto era conosciuto per essere un grande lavoratore, ma anche un ragazzo socievole e inserito in paese e nel circondario, dove conduceva una vita né più né meno come quella di tutti i ragazzi della sua età.

A differenza del padre Bruno, che invece viene ricordato come un uomo tranquillo e poco incline a passare il tempo libero in compagnia: raramente si vedeva in giro per i bar del paese, se non la mattina dopo la mungitura, quando andava in piazza, ritrovo degli uomini della sua età.

Sabato sera il giovane Umberto ha passato la serata con gli amici, nella pizzeria “Sos duos nuraghes” a Borore, a ridere e scherzare, come capitava spesso il fine settima. Anche se appariva come un ragazzo allegro e socievole la vita di Umberto Nieddu non è stata facile: la madre si era separata dal padre andando via dal paese quando lui era poco più che un bambino, agli inizi degli anni Novanta. Prima ancora era andata via la sorella maggiore di Umberto.

Le donne della famiglia Nieddu vivono ora entrambe nella provincia di Cagliari. Umberto e Bruno erano invece rimasti soli in paese e al ragazzo è toccato rimboccarsi le maniche. Il padre possedeva un appezzamento di terreno a qualche chilometro del paese, ai confini con Dualchi, ma non bastava per tirare avanti. Così padre e figlio hanno preso in affitto l’appezzamento di Bira Birdis, nella piana di Ottana, e sempre nella piana avevano affittato una decina di ettari di terreni comunali. La loro attività stava diventando via via più reddittizia. Passo dopo passo il numero dei capi ovini è cresciuto fino a oltre trecento e, pietra dopo pietra, quell’azienda è riuscita ad avere il suo capannone, con Umberto e Bruno che lavoravano dall’alba a sera. Stava persino per realizzarsi il loro sogno della mungitrice: il progetto era in dirittura d’arrivo e tra poco sarebbe iniziata la costruzione della struttura.

Non hanno fatto in tempo: stamattina i due uomini sono stati uccisi a fucilate quando avevano appena finito di mungere in prossimità del loro Fiat Fiorino: Umberto è stato colpito appena fuori dall’auto, mentre Bruno è stato freddato all’interno dell’abitacolo. E’ stato un allevatore ad allarmarsi quando ripetutamente chiamava al cellulare Bruno Nieddu senza mai avere risposta. Così l’allevatore si è avvicinato in azienda e ha fatto la macabra scoperta dando immediatamente l’allarme al 113.

Non si conosce al momento il numero dei colpi esplosi: sul posto, accanto agli agenti della Squadra mobile di Nuoro, stanno lavorando gli specialisti della scientifica, passando palmo a palmo tutta l’area del duplice delitto alla ricerca di indizi. Pare che sul posto non siano stati trovati bossoli. Sarà la procura di Oristano, che coordina le indagini, affidate al pm Rossella Spanu, a fare chiarezza sulla dinamica del duplice omicidio.

E, sempre agli investigatori, toccherà capire se il movente arriva dagli strascichi della faida o dal mondo agropastorale in cui i due uomini potrebbero essersi fatti qualche nemico.

Una faida che, benché siano passati 14 anni, nessuno ha dimenticato a Noragugume. Certo, questo duplice omicidio ora farà ripombare il paese nel terrore, ai tempi in cui due gruppi di fuoco hanno lasciato sul campo otto morti ammazzati. Di questi omicidi, solo due si sono risolti, con due sentenze da ergastolo. Pare che all’origina della faida ci fosse un problema legato ai pascoli nei terreni comunali, al suo utilizzo e allo sconfinamento aziende.

Il primo cittadino Michele Corda però tende a escludere questa ricostruzione: “Io sono amministratore dal 2001, ma in Consiglio c’ero anche prima – ha detto- . Non è corretto parlare di faida per i terreni comunali che da noi sono circa 300 ettari. La situazione è stata ben gestita sia con gli allevatori che con le associazioni di categoria. Nel 2000 sono scadute le concessioni, nel 2001 abbiamo fatto la stragrande maggioranza dei contratti con gli allevatori, senza che ci siano stati strascichi di nessun genere. Abbiamo fatto assemblee popolari e le richieste sono state tutte soddisfatte”.

Noragugume è un paese di appena 350 abitanti, ed è uno dei paesi sardi con un’ alta estensione di territorio irriguo, e un altissimo numero di capi bovini rispetto alla popolazione residente: circa 10 mila capi censiti negli ultimi anni. Ma nel ’98, prima della faida, erano 15mila. Si giustificano così le tante aziende di grosse proporzioni e i tanti proprietari terrieri presenti nel paese. “Nel giro di 15 anni purtroppo la faida ha fatto perdere tanti abitanti – conclude il sindaco – anche se non tutti sono andati via per questo motivo: alcuni li abbiamo persi per gli stessi motivi che hanno portato allo spopolamento in tanti paesi del centro Sardegna”.

Maria Giovanna Fossati

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share