Ho 40 anni, faccio l’avvocato e per gli attacchi di panico temo di impazzire

Ho 40 anni, sono sposato e ho due figli, come potrà vedere dal mio indirizzo email (non ne ho altri), svolgo la libera professione. Credo di aver avuto i primi attacchi di panico intorno ai 12/13 anni, in concomitanza con la decisione di mia madre di frequentare un altro uomo. Sono orfano di padre dall’età di due anni. Diciamo che ho gestito l’ansia, il panico, con sfumature depressive fino a circa dieci anni fa, quando ho iniziato a svolgere la professione. A quel punto ho chiesto aiuto e ho iniziato a fare analisi cognitivo-comportamentale. Nel giro di un anno ho risolto il problema. Dopo quattro anni il panico si è ripresentato e cosi è successo ancora dopo altri due anni, in coincidenza con la nascita di miei figli. In entrambi i casi, ho seguito un bravo terapeuta che con la desensibilizzazione e l’aiuto di farmaci mi ha permesso di uscirne.

Ma purtroppo non in via definitiva, perché ad agosto son riprecipitato nel dramma. Apparentemente senza motivi, se non il normale stress da lavoro ed il fatto che mia madre è oramai in stato vegetativo(ha 83 anni) e l’idea che debba mancare mi terrorizza, anzi una mia fobia è il fatto che quando saprò che è morta non reggerò al dolore e moriro anch’io. Prendo il Cipralex per 10 goccie al giorno e al bisogno le Xanax max 10/15 goccie, sotto controllo dello specialista. Sto decisamente meglio rispetto ad agosto, ma la differenza con gli altri episodi che mi son capitati, son stati i pensieri ossessivi. Dal suicidio alla paura di fare del male alle persone a me vicine, dai problemi cardiaci al terrore di impazzire. A parte il mal di stomaco.

Ma la cosa che ancora mi turba è il fatto che ho la fobia di incontrare gente, di frequentare posti affollati, di guidare, andare in tribunale e fare udienze ( ho avuto delle minaccie da clienti, e un mio cliente ha cercato di ammazzarmi l’anno scorso) .Questo mi comporta una chiusura verso il mondo esterno che sta costringendo me e la mia famiglia ad isolarci. ù Tendenzialmente sono una persona sociale, allegra,curiosa e con tanta voglia di vivere.

Sinceramente non mi sento di riprendere a fare analisi e rivedere il mio passato. Ho provato a settembre a fare un percorso di bioenergetica, ma dopo quattro sedute son letteralmente fuggito: stavo rivivendo vecchie paure come quella dell’essere posseduto. Faccio la libera professione da ormai dieci anni e devo dire, senza falsa modestia, con successo. Anche se il periodo che viviamo comporta degli alti e bassi economici. Ho anche pensato che la fonte dei miei problemi sia il lavoro. Ho tanti amici e una famiglia che adoro, come la mia famiglia d’origine. Vorrei serenità e godermi quel che ho costruito fin’ora. Cosa mi consiglia?

Alessandro

Caro Alessandro (mi permetta di chiamarla con il suo nome tralasciando i titoli) il caso che lei mi sottopone è assai complesso e ha una lunga storia che forse sarebbe bene andare a vedere nei particolari. Spesso mi capita di incontrare dei pazienti che vengono un po’ scherzosamente chiamati fra noi terapeuti “ammazza terapeuta”, nel senso che negli anni hanno provato decine di specialisti di diverso indirizzo con la persuasione interiore che non sarebbero riusciti a ricevere aiuto, fin a convincersi di essere casi  “particolarmente difficili da risolvere”.

Lei è in questo momento seguito da uno psichiatra (visto che sta assumendo dei farmaci) per cui non mi sento dii indirizzarla altrove o di suggerirle di cambiare specialista: chieda a chi la segue se è utile cominciare una psicoterapia e, nel caso, di che tipo. Normalmente quella cognitivo-comportamentale è è molto efficace (come mi pare in passato ha potuto constatare) ma ora il quadro che lei descrive è assai più complesso: gli attacchi di panico, le idee suicidarie, la paura della morte di sua madre, stanno creando dei presupposti ideativi assai importanti che fanno pensare a momenti di carattere ansioso accompagnati da altri di carattere depressivo (e anche la terapia farmacologica che le hanno prescritto mi sembra segua questa dinamica) in un circolo che pare senza fine.

La invito prima di tutto a separare i problemi e ad affrontarli uno per volta: da un lato c’è la sua relazione con l’anziana madre (che è stata una figura predominante nella sua vita visto che papà è morto quando lei aveva due anni) da cui emotivamente forse non ha imparato a distanziarsi e dunque a creare un’autonomia emotiva sufficiente per “pensarla anche morta”. Poi ci sono gli attacchi di panico che probabilmente segnano un’insicurezza emotiva di fondo e in questo modo l’avvertono di “non fare il passo più lungo della gamba” . E, infine, ci sono  le idee ossessive che si stanno ultimamente manifestando come ulteriore segnale di insicurezza (di fronte all’ apparente disordine l’ossessione impone ordine anche se nella sofferenza e libera da altri pensieri che potrebbero essere di carattere ansioso ma in parte liberatorio.

Mi dice apertamente che non ha interesse a cominciare un nuovo percorso psicoterapeutico, ma le faccio notare che, spesso, persone con buon grado di cultura e esperienza pluriennale di un disagio, si pongono nella posizione “faccio tutto eccetto che …” e dopo il che pongono proprio ciò che molto probabilmente li aiuterebbe davvero. Talvolta “stare male” ha creato intorno a noi un cuscinetto protettivo a cui è difficile rinunciare (moglie e figli preoccupati, amici che ci coccolano, parenti che si mobilitano etc.) e che certo una psicoterapia metterebbe in discussione. Ci rifletta Alessandro e ponga il quesito allo psichiatra che l’ha in carico.

Antonello Soriga

Chi ha un caso da segnalare o un parere  da chiedere scriva a psychiatrichelp@sardiniapost.it. Saranno ovviamente garantiti totale riservatezza e anonimato.

(Antonello Soriga, psicologo e psicoterapeuta ad indirizzo sistemico relazionale, svolge attività clinica in regime di libera professione a Cagliari. E’ stato professore a contratto presso la facoltà di Scienze della Formazione di Cagliari e più volte membro della Commissione esami di Stato alla professione di Psicologo. Dal 2009 è Giudice Onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Cagliari. Presiede il Centro di psicologia sistemica di Cagliari ed è responsabile scientifico dell’Associazione Sardegna Bielorussia. Tra le sue opere “L’altalena di Chernobyl”, Armando Editore, e alcune pubblicazioni accademiche).

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