La legge regionale che accorda l’abitabilità ai seminterrati, proposta dall‘assessore all’Urbanistica Nicolò Rassu e approvata dal Consiglio regionale nel novembre 2011, richiama le disposizioni contenute nel Pai, il Piano stralcio per l’assetto idrogeologico. Ma solo grazie a un emendamento proposto dalla commissione Urbanistica, che vieta il rilascio del nulla osta per gli immobili che, secondo il Pai appunto, si trovano in aree a criticità elevata o molto elevata. Una pezza, insomma, alla prima versione del testo firmato Rassu, che al contrario non prevedeva alcun vincolo.
Ma nonostante questa correzione, la situazione rimane paradossale: se da un lato c’è il richiamo al Pai, dall’altro c’è la sua sconfessione, visto che il Piano stralcio (articolo 26) prevede che l’agibilità dei seminterrati sia vietata anche nelle aree a media criticità. La legge regionale, in sostanza, allarga i vincoli e si pone in netto contrasto con la stessa norma (il Pai) che richiama.
Le responsabilità però non possono essere limitate alla sola Regione, perché anche i Comuni avrebbero dovuto seguire iter precisi per la delimitazione delle aree a rischio. Ora, questo lavoro è stato fatto? O si è preferito il laissez-faire, con gli uffici tecnici che hanno continuato a firmare i certificati di agibilità senza seguire le norme del Pai prima e quelle del Consiglio regionale (meno ‘stringenti’) dopo?